Il consiglio federale della Figc ha approvato oggi le linee guida per l’adozione di modelli di gestione e controllo idonei a prevenire atti contrari ai principi di lealtà, correttezza e probità, compresi quelli di natura razzista: “Da oggi la responsabilità non è più oggettiva, ma è una responsabilità”, ha detto con orgoglio il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina in conferenza stampa. Le linee guida che consentiranno ai club, una volta rispettati gli standard richiesti, di poter avere il riconoscimento di esimenti e attenuanti della cosiddetta responsabilità oggettiva da parte della giustizia sportiva. Le società dovranno attenersi ai seguenti principi: valutazione dei rischi, leadership e impegno, codice etico e sistema procedurale, controlli interni e controlli sulle terze parti, organismo di garanzia, comunicazione e formazione, sistema interno di segnalazione, sistema disciplinare, verifiche, riesame e monitoraggio, miglioramento continui e gestione delle non conformità.
“Questa è una svolta epocale perché da oggi le società con questo modello, sulla falsariga della 231 (la legge sulla responsabilità penale delle imprese, n.d.r.), possono impegnarsi a prevenire ogni violazione ai principi di lealtà, correttezza e probità. Le responsabilità sono dei singoli”, evidenzia Gravina, che risponde così a chi domanda quando queste linee guida dovranno essere adottate dai club. “Il tempo è oggi, se una società ha interesse prima lo adotta e meglio è”, ha rilevato ancora il numero di via Allegri, precisando che “la responsabilità oggettiva continua ad esistere, almeno che non venga dimostrato che è stato attuato un percorso virtuoso con tutte le procedure per arrivare all’individuazione dei responsabili. Ma se una società è virtuosa credo che oggi non abbia più nulla da temere”.
Imminente incontro con il ministro dell’Interno
“Ora – aggiunge – come emerso dopo l’incontro con il ministro Spadafora, dovremo incontrare il ministro dell’Interno per focalizzare meglio fin dove arriva la competenza delle società e dove inizia quella dell’addetto alla sicurezza, ma il discorso della tecnologia oggi esiste in tutti gli stadi”: Gravina si riferisce alla presenza delle telecamere negli stadi per individuare chi si renda responsabile di episodi di razzismo o di altri comportamenti non consentiti. “Sicuramente – conclude – attiveremo meccanismi di miglioramento e abbiamo ottime idee, un progetto che darà risultati straordinari sotto il profilo delle verifiche”.
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