Ignacio Fideleff è un calciatore poco conosciuto dai tifosi napoletani, ma è anche un personaggio che stuzzica la curiosità per certi gesti, certe frasi, certi tweet. In che senso? Al Madrigal era in tribuna, non s’è visto nella festa, ma ha comunque trovato il modo di distinguersi all’esterno dello stadio. Parlando con un tipo, presumibilmente argentino come lui, che gli chiedeva se a Napoli avvertisse la pressione e lo stress da risultato e prestazione, gli risponde: «Pressione? Ma no. La pressione l’avverte chi alla fine del mese non riesce a mettere un piatto a tavola. A mangiare».
Bel colpo, Fideleff. Cascata di riccioli biondi, 21 anni, passo dinoccolato e un’abitudine: quando abbandona lo stadio, dopo una partita, porta la borsa in una mano e nell’altra una sorta di cestino di legno, con tanto di manico, nel quale custodisce il mate. Cioè il recipiente attraverso il quale bere l’omonimo infuso dell’amicizia argentina. E ancora: alla vigilia della partita con l’Atalanta del 26 dicembre, dava così la buonanotte al mondo attraverso il web: «Vado a dormire. Fino alla vittoria sempre». Che nella sua lingua si traduce in questo modo: hasta la victoria siempre. L’urlo del Che.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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