Salerno. Ancora più bella perché sofferta. Basta un pareggio alla Salernitana per vincere la sua prima Coppa Italia di Lega Pro con il pallone benedetto da Papa Francesco. Al triplice fischio finale scoppia la festa con capitan Montervino che alza il trofeo consegnatogli dal direttore generale della Lega Francesco Ghirelli, sotto gli occhi di Lotito e Mezzaroma e davanti ad oltre seimila spettatori. Il solito eurogol di Volpe pareggia i conti con il Monza (in gol De Cenco) nella finalissima di ritorno disputata all’Arechi con la maglia celebrativa in ricordo di Agostino Di Bartolomei. Granata vincenti grazie all’exploit di un mese fa al Brianteo.
Tutto come previsto. Gregucci limita al minimo il turn over e si affida comunque all’esperienza. Il trainer granata plasma la Salernitana con una spina dorsale di muscoli e sostanza. La posta in palio è altissima, l’allenatore sa bene che il Monza intende giocarsi il tutto per tutto per ribaltare il risultato del match d’andata al Brianteo e le poche modifiche, dalla cintola in su, sono tutte di un certo spessore. Complici le assenze di Bianchi in difesa, Pestrin a centrocampo e Foggia in attacco (oltre a quella dello squalificato Perpetuini), Gregucci effettua un valzer di pedine che vede protagonista Volpe, autentico pendolo degli equilibri nella zona nevralgica. L’ex Lanciano viene piazzato davanti alla difesa al fianco di capitan Montervino (al rientro). Più avanti, invece, Gustavo e Fofana sono i dioscuri che agiscono ai fianchi di Mancini. Unica punta, uno spento Ginestra. Il Monza schiera la formazione tipo con cui è approdata in Lega Pro unica, con tre giornate di anticipo. Il tecnico Asta deve fare a meno del solo Allegretti, fermo per noie muscolari. Per il resto stessi uomini e stesso spartito tattico di sempre con Gasbarroni alle spalle del tandem offensivo composto da De Cenco e Sinigaglia.
I granata tengono alle corde i brianzoli per tutto il primo tempo, ma non riescono a sfondare. Gustavo per un paio di volte sfiora il vantaggio. Volpe è il metronomo della mediana e Mancini costringe il centrocampo biancorosso più basso del solito. La Salernitana è costretta a fare a meno dopo appena 20’ di Fofana (infortunio alla gamba destra). Gregucci non cambia passaporto: al suo posto Mounard. Fatta eccezione per qualche timida sortita offensiva del solo Sinigaglia, i padroni di casa non rischiano nulla nella prima frazione di gioco. Nell’intervallo, però, la musica cambia. Il Monza entra in campo e spinge il piede sull’acceleratore. E così su una salita scriteriata della retroguardia granata arriva il gol dei brianzoli. Singaglia va via a Tuia: la piazza in mezzo e De Cenco in scivolata insacca (12’), nonostante l’intervento di Gori. La Salernitana accusa il colpo e rischia ancora. Gregucci interviene e cambia in corsa: fuori Gustavo e dentro Mendicino e squadra che cambia pelle, piazzandosi con un 3-4-3. Ginestra prima ci prova su calcio piazzato e poi viene steso in area da Polenghi (37’). Per l’arbitro, però simula e si becca pure il giallo. Ci pensa Volpe (42’) con un sinistro dal limite dell’area a fare esplodere di gioia la gente dell’Arechi. Ironia della sorte, Volpe indossava proprio la maglia numero “8” che era di Agostino Di Bartolomei con la Salernitana. Una bordata come quelle del capitano che regala la coppa Italia.
Fonte: Il Mattino
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