Abbiamo intervistato in esclusiva Moreno Ferrario, ex calciatore che ha giocato nel Napoli dal 1977 al 1988, attualmente si occupa di squadre giovanili e fa l’osservatore. Con lui abbiamo parlato della sua ex squadra.
Il Napoli arriva dalla vittoria sul Torino e prima di affrontare il Milan, per quello che sarà lo scontro diretto per il secondo posto, incontrerà questa sera il Genoa. Come vede i partenopei?
“Sono contento perché il Napoli sta facendo bene, però nelle ultime due stagioni avrebbe potuto avere l’opportunità per concorrere più da vicino per lo scudetto, ma non è stato così. Sento spesso dire a Mazzarri che il Napoli è bravo perché ha dieci punti in più dello scorso anno, ma secondo me ha perso delle occasioni incredibili per vincere il campionato. Credo che con i due punti di vantaggio che il Napoli ha sul Milan e con il fatto che non è più impegnato in Europa League, se non ci sarà un tracollo fisico dei partenopei nello scontro diretto della prossima settimana con i rossoneri, il secondo posto sarà del Napoli”.
Quanto è delicata la partita con il Genoa?
“Sulla carta fra Napoli e Genoa non dovrebbe esserci storia con trentadue punti di differenza, però il Napoli ha dimostrato anche in questi anni in cui ha fatto bene che qualche problemino con le squadre che non concedono spazi e che ripartono in contropiede l’ha accusato. Se però il Napoli gioca come sa ed è consapevole della sua forza il Genoa non dovrebbe avere molte chance. Comunque io non mi fido molto dei pronostici perché anche in occasione della gara con il Chievo il Napoli era dato per favorito e poi la partita è finita con la vittoria per i veneti o anche nella partita con l’Atalanta, terminata sì con la vittoria del Napoli, ma con la squadra che è andata in difficoltà. Quindi la gara con il Genoa sarà delicata anche perché il Napoli scenderà in campo già sapendo il risultato del Milan e questo potrebbe influire soprattutto se i rossoneri avessero vinto, ma se anche dovessero aver perso c’è sempre il rischio che il Napoli si deconcentri e che finisca per buttare via una grandissima occasione. In Italia tutte le squadre sanno difendersi e chiudersi e qualunque formazione negli spazi stretti va in difficoltà, soprattutto il Napoli che gioca molto sulle ripartenze. E’ chiaro che i risultati di questa giornata di Milan e Napoli influiranno molto sullo scontro diretto della prossima settimana”.
Lei prima diceva che comunque è fiducioso sul fatto che il Napoli possa terminare il campionato al secondo posto, quindi fa pesare maggiormente i valori dei partenopei rispetto a quelli del Milan?
“Sì, il Napoli si è giocato la possibilità di competere per lo scudetto con la Juve e da questo punto di vista il campionato è ormai chiuso, però è favorito sul Milan per il secondo posto perché ha due punti in più, non sono molti, ma ci sono. E dirò di più, se la Juventus dovesse incappare in uno scivolone il Napoli avrebbe comunque la possibilità di insidiarla, poi se dovesse riuscirci o meno è un altro discorso. I bianconeri sono tranquilli e sicuri poiché sanno che Napoli e Milan lottano per il secondo posto e questa tranquillità l’hanno pagata cara in Europa perché non sono più abituati a lottare e lo si è visto con il Bayern che sarà sì più forte, ma se la Juve avesse giocato come sa non avrebbe fatto la figura dell’altro giorno. Quindi il campionato qualche problemino lo crea soprattutto alla Juventus e per quel che riguarda il Napoli se non si suicidano arrivano secondi”.
Forse il Napoli deve recitare il mea culpa perché si è fatto gabbare in alcune situazioni?
“Esatto, come in occasione della gara d’andata con la Juventus dove il Napoli ha pensato soprattutto a non prenderle facendo capire ai bianconeri che il pareggio andava bene, così ha finito per perdere la partita negli ultimi dieci minuti”.
Errore che non dovrà essere ripetuto con il Milan.
“Ma certo, è il problema del Napoli di questi anni che in generale ha fatto benissimo, ma se andiamo a vedere negli scontri diretti con l’Inter tre anni fa, con il Milan è già anche successo, non ha vinto. Questo perché al Napoli c’è la cultura del “siamo belli e siamo bravi”, tanto ormai in Italia basta arrivare a giocare la Champions League perché comunque si incassano tanti soldi e sono l’unica cosa che conta e quindi non si fanno più sforzi per vincere il campionato”.
Forse anche le voci su Cavani che a fine campionato andrà via e su questo non c’è stata una smentita netta della società, come quelle del possibile cambio in panchina, possono influire negativamente?
“Sì certo, perché queste voci destabilizzano. Però io penso che se per un giocatore vengono offerti una montagna di soldi allora la società deve darlo via senza pensare che i tifosi possano mugugnare, perché poi con quello che si è incassato si può costruire una squadra veramente di valore investendo nel rafforzare quei reparti che hanno palesato delle lacune. Rimango dell’idea che per certe cifre non si debba guardare in faccia nessuno, anche perché se si trattiene il giocatore e poi l’anno successivo non rende abbastanza o se malauguratamente s’infortuna poi si hanno dei rimpianti. Lo dico a malincuore perché spero che Cavani rimanga a lungo al Napoli, ma se dovessero essere offerte cifre stratosferiche allora lo porto io a chi è disposto a strapagarlo”.
Fonte: Tuttomercatoweb.com
La Redazione
M.V.
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