Eccoci alla sfida che vale una seria ipoteca alla qualificazione europea. Classifica alla mano, un risultato utile stasera contro i turchi equivarrebbe a un piede e mezzo nei play off del prossimo anno. Lo sa Ferrara, lo sanno i suoi ragazzi che hanno battuto un mese fa la Turchia a Rieti (2-0) capendo però che oggi i ragazzi di Cetiner faranno del tutto per prendersi la rivincita. Ne hanno la possibilità, sospinti dal loro pubblico nel piccolo stadio di Kasimpasa, e da una valore tecnico assoluto che non è molto inferiore a quello dei nostri.
OCCHIO ALLE PROVOCAZIONI – E tra le prime cose che puntualizza Ferrara, c’è proprio un’attenzione massima al livello disciplinare. «Occhio alle provocazioni. Ci sono già costate care a Rieti, abbiamo visto di cosa sono capaci i turchi, non voglio assolutamente che si prendano cartellini gialli o rossi inutili». Il ct azzurro si riferisce in particolar modo all’espulsione di Insigne, squalificato per 3 giornate, poi ridotte a 2, reo di un calcettino di reazione su un calcettino di provocazione di Colak nel finale della partita. Il turco si esibì in una nauseante scena madre rotolandosi a terra, con l’arbitro russo Karasev, convinto dal quarto uomo, ingenuo nell’espellere Insigne.
PUNTO INTERROGATIVO – «Il pareggio sarebbe un risultato positivo, ma guai a inseguirlo. Dobbiamo entrare in campo decisi, pronti a sostenere una vera e propria battaglia, ma con l’idea di bissare la vittoria di Rieti. Dobbiamo fare una grande gara, i ragazzi lo sanno e non hanno neanche troppo bisogno stavolta che io glielo ricordi. E’ un vero e proprio scontro diretto e non è proprio il caso di fare calcoli. Siamo l’Italia e ce la giochiamo fino in fondo». Senza l’attacco titolare, vale a dire Borini, infortunato, Gabbiadini e Insigne squalificati. «E’ un handicap ma fino a un certo punto. Anche loro accusano qualche assenza e poi ho la fortuna di avere in rosa un buon numero di attaccanti di pari e alto livello. Dunque chi giocherà è all’altezza della situazione».
Eccoci al punto. Chi giocherà? Destro sembra sicuro di una maglia, poi Ferrara alza un velo di nebbia gelatinosa. stavolta più che in altre occasioni. Difficile individuare il partner. «No, non cambierò modulo», dice riferendosi al consueto 4-4-2, ma poi dice anche che El Shaarawy, tornato a far parte dell’Under 21 dopo un po’ di tempo, «io lo vedo come attaccante» , facendo capire allo stesso tempo che potrebbe essere impiegato a partita in corsa. «Purtroppo paga il fatto che nel Milan gioca pochissimo, ma il suo valore non è in discussione». La logica indicherebbe Paloschi, ma non è esclusa anche la presenza di Bertolacci, centrocampista offensivo in una sorta di 4-4-1-1 che per il resto sembra già fatto: Pinsoglio in porta, difesa con Santon e Crescenzi sulle fasce, Capuano e Caldirola al centro. A metà campo Saponara sulla corsia di destra, Florenzi su quella di sinistra, Marrone e Rossi in mezzo. E c’è anche l’ultimo arrivato, Antonio Ragusa, attaccante in formissima della Reggina, alla sua prima convocazione, che scalpita…
CRITERI – «Tengo molto in cosiderazione la forma dei giocatori e i comportamenti – ha spiegato Ferrara riguardo le scelte – non importa se giocano in A o in B. Ad esempio Fabbrini non l’ho chiamato, a prescindere dall’infortunio, per un problema di comportamento nell’ultima convocazione. Questa è la maglia azzurra e chi viene deve essere felice e motivato al 100% a prescindere se poi gioca o non va in campo».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
