Il Corriere della Sera ha intervistato Ciro Ferrara, che ha partecipato all’ultima Coppa dei Campioni degli azzurri. Ecco uno stralcio dell’intervista.
A Mosca, 7.562 giorni fa, lei c’era e non ebbe paura di tirare e segnare un rigore. Buongiorno, Ciro Ferrara. Sarà un buon giorno anche quello del ritorno del Napoli in Champions League?
«Lo sarà di sicuro. Da napoletano sono fiero che la città e i tifosi rivivano momenti così. Certo, il sorteggio…».
Manchester City, Bayern Monaco e Villarreal. C’è il rischio di finire quarti.
«Ma io ho buone sensazioni. Questo Napoli può sorprendere. Hamsik, Lavezzi e Cavani sono un pericolo per tutti. Contro le grandi squadre le motivazioni sono altissime e questo può fare la differenza. È chi ha preso il Napoli, in quarta fascia, che deve lamentarsi del sorteggio».
Spartak Mosca-Napoli, 7 novembre 1990, 5-3 ai calci di rigori e Napoli fuori agli ottavi.
Qual è il ricordo?
«Eravamo all’aeroporto ad aspettare Maradona, che non si presentò. Io, De Napoli e Crippa corremmo a casa sua, ma parlammo con Claudia. Diego era in camera. Certi problemi erano già iniziati. Arrivò a Mosca con un volo privato. Moggi era furioso. Per la prima volta Diego andò in panchina (entrò al 64′, al posto di Zola, ndr). Non fece sceneggiate e segnò il suo rigore. Un uomo vero. Come sempre».
Non è semplice, per chi non ci ha giocato insieme, capire l’amore cieco per Maradona.
«Dava tutto. Giocava anche in condizioni disastrose. Le caviglie, la schiena. Non ha mai rimproverato un compagno per un passaggio sbagliato. Ora c’è chi, dopo aver fatto un gol, pretende un trattamento di privilegio».
Da c.t. dell’Under 21 non le dispiace che il Napoli non le regali più giovani come Ferrara o Cannavaro?
«Certo, ma così va in Italia. Giocano pochi giovani e spesso sono stranieri. I giovani vanno bene per il ritiro precampionato e le prime amichevoli, poi si completa la rosa e lo spazio non c’è più. Quando si sposa un progetto, invece, bisognerebbe andare fino in fondo».
Perché il Napoli del passato non ha conquistato l’Europa?
«La prima volta beccammo il Real Madrid al primo turno. Uno squadrone. Al San Paolo vennero 85 mila spettatori. Con lo Spartak uscimmo ai rigori, senza perdere».
E questo Napoli può andare avanti?
«Lo danno per spacciato, ma io non la penso così. Pochi stadi al mondo ti regalano la spinta del San Paolo».
Il City è la squadra dei nuovi Paperoni: Balotelli, squalificato, sarebbe stato comunque il quinto attaccante, dietro a Dzeko, Aguero, Silva e Tevez.
Si possono sfidare i più ricchi del mondo?
«Il Napoli ha calciatori bravi ed esperti, che hanno fatto Mondiali e Coppa America. Ma Roberto Mancini, da buon italiano, non si farà trovare impreparato».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere della Sera
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