NAPOLI – Ciro Ferrara è stato tra i primi ad aderire all’iniziativa di Diego Occhiuzzi, pur avendo fondato con Fabio Cannavaro, un’altra associazione no-profit con altrettante finalità benefiche, impegnata nel sociale già da qualche anno. C’era anche l’ex azzurro e ct dell’Under 21, l’altra sera all’asta di benficenza organizzata da «Mille culure».
Ferrara, il Napoli ha cambiato guida tecnica, riparte da Rafa Benitez, cosa ne pensa? Il Napoli riparte da Benitez, giudizio?«Benitez ha il carisma e l’esperienza necessaria per proseguire un certo lavoro e portare avanti il progetto tecnico. Si è già presentato bene. Ho notato grandissimo entusiasmo intorno a lui che, però, deve essere bravo a gestirlo. Ha un compito difficile perché per riuscire a fare meglio dell’anno scorso, il Napoli dovrebbe arrivare primo in classifica. E non è semplice».
Tatticamente quale Napoli vedremo in campo?
«Cambierà qualcosa sotto il profilo del modulo, ovviamente. Il 4-2-3-1 che Benitez sembra preferire è di moda in Europa, sarà un Napoli molto internazionale come si
intuisce anche dai primi acquisti che sta effettuando».
Attualmente, il Napoli quando dista dalla Juve? «Sinceramente, il gap è notevole e bisogna in qualche modo ridurlo agendo bene sul mercato. I bianconeri hanno preso Tevez e Lllorente ed aumentato il loro tasso tecnico ed a questo punto la perdita di Cavani fà si che il gap tra Juve e Napoli si allarghi ancora di più».
Quanto ci guadagna la Juventus con l’arrivo di Tevez e quanto perde il Napoli con la partenza di Cavani? «Questa è bella… Tevez si inserisce in una squadra già collaudata ed accresce notevolmente il potenziale offensivo della Juve. Il Napoli, invece, perde parecchio perchè un altro Cavani in giro non c’è ed è complicato trovare un’altra punta da trenta gol».
Come si potrebbe sostituire e con chi?
«Secondo me è difficile trovare uno che si accosti a Cavani per rendimento e caratteristiche. Magari uno tra Suarez ed Higuain potrebbe fare al caso del Napoli. Si tratta di due punte di grande spessore e con esperienza nelle Coppe. Comunque non come Cavani».
Non sarebbe stato proprio possibile trattenerlo? «Al massimo, ci sarebbe voluta una mia entrata sulla caviglia come ai vecchi tempi… Ma davanti all’ambizione del ragazzo che è stato contattato da altre società che gli possono garantire un palcoscenico ed un ingaggio superiore, c’era ben poco da fare».
Dunque, come si è comportata la società?«Per sessantatre milioni di euro, lo cederei anche io. Se davvero esiste la società pronta sborsare quella cifra, non conviene trattenere un giocatore contro il suo volere. Certo se fossi in Cavani non andrei al Psg che non ha certo lo stesso fascino del Real Madrid e del Chelsea. Rifletterei ancora».
Pensa che possa essere il campionato della consacrazione per Insigne? «Assolutamente sì. Io ho contribuito alla crescita di Lorenzo, con me ha giocato spesso da quarto centrocampista di sinistra. Nel 4-2-3-1 di Benitez sono convinto che tornerà molto utile, anche se ha caratteristiche per fare dell’altro».
Ogbonna, Ranocchia, Astori. Consigli per la difesa? «Il Napoli ha gli uomini giusti per poter scegliere bene. Diciamo che tra tutti i nomi che si sentono in giro, preferirei dei giocatori italiani. Hanno minori problemi di adattamento e sarebbero subito utili alla causa. Ma se preferiscono difensori stranieri avranno le loro buone ragioni».
La Redazione
G.D.
Fonte: Corriere dello Sport
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