«Cos’altro deve dimostrare questo ragazzo?», commentavano a Lacedonia, comune dell’Alta Irpinia, lunedì mattina alludendo a Federico Fernandez.
UNA SCOMMESSA – Il difensore della nazionale argentina e del Napoli, aveva realizzato il gol del 3-3 nell’amichevole con il Brasile e in paese avevano esultato come non mai. Lì, infatti, il «flaco» ha la residenza anagrafica in virtù dell’origine dei bisnonni della mamma, Claudia Matilde Chiauzzo. Calciatore con doppio passaporto, quindi. E con un po’ di sangue campano nelle vene. Di meglio non avrebbe potuto ingaggiare il Napoli che lo scorso anno prelevò Fernandez dall’Estudiantes per tre milioni di euro lasciandolo poi in Argentina per disputare la Coppa Libertadores. Decisione quantomai saggia. Queste sono le «scommesse» che piacciono a De Laurentiis: giocatori di grandi prospettive, a cifre non esorbitanti, professionalmente impeccabili, e se hanno doppia nazionalità tanto meglio, così si evita di occupare la casella per uno straniero.
BRAVO RAGAZZO – Fernandez, classe ‘89, è un giovane all’antica: molto legato alla famiglia, ligio al lavoro, rispettoso, educato. Non ha mai alzato la voce nello spogliatoio pur facendo ventuno panchine su trentasette gare di campionato (solo nove volte da titolare); e pur rientrando nei ranghi dopo la doppietta realizzata in casa del Bayern in Champions League; per non citare l’unica presenza in Coppa Italia (con il Cesena) su cinque gare. Forse per questo quando Messi e compagni sono corsi ad abbracciarlo dopo il gol si è persino schernito. Fernandez ha ricevuto tanti complimenti: dal ct Sabella e dal suo vice, Cugnali, che hanno sempre creduto in lui; da Sebastian Veron, bandiera dell’Estudiantes, a Roberto Ayala, ex difensore del Napoli.
L’INTERROGATIVO – E tutti con lo stesso interrogativo: «Possibile che non giochi titolare nel suo club?». Vero, in maglia azzurra ha giocato pochissimo. E nelle ultime ore qualcuno (Sabatini della Roma, ndr) ha provato anche a bussare De Laurentiis. Invano, ovviamente.
A Lacedonia hanno avuto modo di conoscere il «Flaco» ed apprezzarlo. «Un ragazzo d’oro», dicono. Fernandez è stato in Irpinia ad ottobre. Doveva completare le pratiche della residenza anagrafica ma voleva anche conoscere il paese d’origine dei parenti della mamma. Portò in dono una maglietta del Napoli ed in cambio ricevette tanto di quel calore dalla gente e dai tifosi azzurri del posto che promise di ritornarvi.
Nel Napoli, Fernandez è visto da Mazzarri come alter ego di Paolo Cannavaro. Ma non c’è rivalità tra i due, anzi fu proprio il capitano a ospitarlo a cena quando arrivò a Napoli. Nel frattempo, il corazziere di Tres Algarrobos ha migliorato il suo bagaglio tattico, ha appreso nuovi trucchi della fase difensiva e in nazionale ha già accumulato nove presenze con due gol. «Può giocare sia in una difesa a 3 che a 4, ma deve giocare con una certa continuità», insiste il cittì dell’Argentina che aveva avuto già alle sue dipendenze il difensore e ne apprezzava le qualità tecniche nonchè morali. «Speriamo ora che Federico abbia più spazio nel prossimo campionato», aggiunge il suo procuratore Gustavo Goni.
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