Sull’aereo che riportava a casa la comitiva da Monaco di Baviera, il meno corrucciato appariva lui: Federico Fernandez. Era riuscito a trafiggere due volte un portiere tra i meno battuti d’Europa, Neuer; aveva lasciato sognare ai tifosi del Napoli (diecimila circa presenti all’Allianz Arena nonchè milioni di telespettatori sparsi per il mondo) una rimonta storica; si era fatto perdonare anche qualche amnesia difensiva accusata nel primo tempo.
SALTO IN NAZIONALE – Fernandez, 22 anni appena, appariva più sciolto di altre volte. Occupava la poltrona vicino a quella di Lavezzi. I due hanno legato tanto tra di loro. Dopo la sosta si recheranno anche insieme a Baires per rispondere alla convocazione del ct Sabella. L’Argentina è attesa da due gare di qualificazioni ai mondiali in Brasile: in casa con la Bolivia, l’11 novembre, ed a Barranquilla con la Colombia di Zuniga quattro giorni dopo.
DEBUTTO CHAMPIONS – Fernandez, alla prima apparizione in Champions con la maglia del Napoli, in un colpo solo aveva spazzato via tutto lo scetticismo che s’era creato intorno a lui. Soprattutto all’indomani delle sconfitte con Chievo Verona e Catania. Il «Flaco», al cospetto di un avversario tra i più forti d’Europa, non s’era lasciato suggestionare, anzi aveva persino osato batterli due volte. Le potenzialità, dunque, ci sono, anche se resta da migliorare la fase difensiva. Fernandez si è rivelato implacabile sulle palle inattive. Era da anni che il Napoli inseguiva un difensore capace di saltare più di tutti e battere a rete con determinazione e precisione. L’argentino, che Bigon aveva visto all’opera più volte nell’Estudiantes, ha tutto per imporsi: doti di elevazione, scelta di tempo, mira.
Su Fernandez, in possesso di doppio passaporto, il Napoli s’era fiondato nell’autunno scorso. E quando scoprì che la concorrenza cominciava a crescere (Udinese, Lazio, Palermo, Genoa), volle concludere l’operazione: tre milioni di euro circa all’Estudiantes e la promessa di lasciarlo in Argentina fino a giugno in modo da poter partecipare alla coppa Libertadores ed accumulare esperienza.
GIA’ MATURO – Fisico da pivot (alto 1.89) e testa sulle spalle, questo è il difensore di Tres Algarrobos che a Napoli è stato preso in consegna da alcuni lontani parenti. A Mazzarri è piaciuto subito. Ragazzo riflessivo, educato, per nulla emotivo e già con un bagaglio di esperienza non indifferente: 59 presenze e 4 gol nel massimo campionato argentino; una vittoria della Coppa Libertadores; un paio di presenze in nazionale dove peraltro ha anche segnato un gol.
Fernandez, poi, è stato accolto nello spogliatoio del Napoli come meglio non avrebbe potuto sperare. La presenza di tanti connazionali, Lavezzi su tutti, ne hanno accelerato l’inserimento anche in città. Ma è stata la sua umiltà ad essere apprezzata dal gruppo.
UN COMPLIMENTO SPECIALE – Quando si è presentato a Castelvolturno, ieri pomeriggio, Fernandez ha incrociato Paolo Cannavaro. Il capitano aveva visto la partita in tv e voleva complimentarsi con chi l’aveva sostituito a Monaco al quale aveva dato non pochi consigli prima della sfida con i tedeschi. Con Cannavaro, poi, Fernandez ha stabilito un amicizia vera. E’ stato infatti, il primo nuovo compagno di squadra a conoscere quando arrivò in città. Fu anche ospite di Cannavaro a cena (insieme con il padre). Non sarà, quindi, un problema cedergli il testimone con la Juventus. Il «Flaco» sa attendere il suo momento e nel frattempo cerca di carpire i segreti dei movimenti del centrale di difesa da uno che tanta esperienza più di lui: il capitano, appunto.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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