Nella storia del Napoli ha lasciato una significativa traccia: la doppietta segnata al Bayern Monaco il 2 novembre 2011, girone di Champions League.«Un bellissimo ricordo anche se perdemmo all’Allianz Arena». Federico Fernandez è adesso cittadino di Swansea, angolo del Galles sul mare, e un giocatore della squadra che partecipa alla Premier League. La sua è una storia particolare. Arrivato a Napoli dopo aver vinto la Coppa Libertadores – la Champions del Sudamerica – con la maglia dell’Estudiantes a soli vent’anni, ha giocato poco durante la gestione Mazzarri, al punto da chiedere di essere ceduto al Getafe, club spagnolo, per non perdere il posto nella Seleccion argentina. Al termine dell’unica stagione da titolare in azzurro (36 partite tra campionato e coppe con Benitez in panchina), è stato ceduto, per 10 milioni di euro, allo Swansea.
Fernandez, ha lasciato il Napoli quando era diventato ormai titolare: non è stato un controsenso?
«L’ultimo anno si è chiuso bene,perché dopo aver giocato di più e aver vinto la Coppa Italia ho partecipato con la nazionale ai Mondiali. Da giugno ho cominciato a valutare la situazione, nella mia testa c’era il pensiero della Premier League. È arrivata questa possibilità, interessante per il Napoli e per me, e abbiamo trovato un accordo. Nella massima tranquillità».
Perché aveva cominciato a pensare alla Premier? Forse era turbato dalla morte di Ciro Esposito, da una violenza che non si vede più in Inghilterra?
«No,questo discorso non c’entra. Abbiamo vissuto con rispetto e dolore la vicenda di Ciro, ma non c’entra. Io stavo bene a Napoli, molto bene, tuttavia quando si è prospettata l’occasione dello Swansea ne ho parlato con Benitez e il direttore sportivo Bigon: meglio per tutti che sia andata così. La Premier attrae, ho appena cominciato a viverla ma posso già dire che è un campionato fantastico».
La decisione è stata sua?
«Sì. Io ho avuto fiducia da Benitez nella scorsa stagione e ho imparato tanto,perché Rafa è bravo a lavorare su ogni singolo giocatore. Questa preparazione e questa maturazione mi hanno consentito di arrivare in Premier».
Perché ci teneva così tanto?
«È un calcio diverso dalla serie A. Si gioca a una velocità differente e non c’è un tatticismo esasperato come quello che si vede in Italia: qui si gioca a calcio più liberamente. Per alcune squadre in Italia sarebbe impensabile andare sul campo di un’avversaria del livello del Manchester United e segnare, invece qui accade e la partite sono spettacolari e ricche di gol: la Premier è decisamente un passo in avanti».
I primi anni con Mazzarri a Napoli non sono stati facili?
«Per un giocatore che arriva dal Sudamerica il primo anno è sempre difficile:bisogna adeguarsi al nuovo tipo di calcio e all’ambiente,comprendere tante cose. Ho giocato poco, ma ho fatto una bellissima esperienza in Champions League. Chiesi io di andare in prestito al Getafe perché avrei giocato e sarei rimasto nel giro dell’Argentina. Poi è arrivato Benitez».
Pandev è andato via da Napoli e ha attaccato Rafa, lei invece no: anzi, lo ringrazia.
«Benitez mi ha dato la possibilità di crescere,è stato un anno meraviglioso. Poi ci sono stati quei contatti in Premier League, ho parlato con alcuni amici che giocavano in Inghilterra e le indicazioni sono state molto positive».
Il Napoli è partito male: battuto dall’Athletic Bilbao nello spareggio ed escluso dalla fase a gironi di ChampionsLeague.
«Ne ho parlato con Higuain quando ci siamo visti nel ritiro della nazionale in Germania: i miei ex compagni sapevano che l’Athletic era una squadra forte e che i due match sarebbero stati difficili, ma non si aspettavano chefinisse così. Bisogna andare avanti e i tifosi devono dare una mano alla squadra: nel calcio situazioni come questa possono verificarsi, l’importante è reagire».
I tifosi vorrebbero vedere il Napoli lottare davvero, fino all’ultima giornata, per lo scudetto.
«Penso che stavolta ci sia la possibilità perché Benitez sarà alla seconda stagione e il suo grande lavoro non potrà che dare risultati importanti. Servirà un po’di fortuna ma l’organico è forte, quindi spero che il Napoli possa vincere non soltanto la Coppa Italia in questa stagione…».
Al centro della difesa, al suo posto,c’è il francese Koulibaly: le prestazioni sono state alterne finora.
«Non lo conoscevo prima di vederlo in azione a Napoli e l’ho apprezzato perché ha qualità. È appena arrivato, deve abituarsi alla nuova squadra e al calcio italiano,ma sono certo che migliorerà progressivamente grazie ai suggerimenti di Benitez. Bisogna saper attendere la sua crescita».
È molto legato a Rafa.
«Mi ha inviato un bel messaggio quando sono andato allo Swansea, ho apprezzato i suoi auguri per questa nuova importante esperienza professionale».
È cominciata bene.
«Assolutamente sì. Mi trovo a mio agio, non ho avuto problemi con la lingua perché ci sono due giocatori spagnoli e spagnolo è anche il vice allenatore. Ho trovato subito casa, c’è il mare. Come a Napoli».
Ma Swansea dev’essere meno caotica di Napoli.
«È un luogo comune, quello. A Napoli io ho vissuto molto bene: ho avuto la fortuna di stare in una città meravigliosa e di provare straordinarie emozioni calcistiche. Tre anni indimenticabili perché Napoli, con la sua gente e la sua passione, è una piazza che esalta una squadra».
Bella esperienza come quella al Mondiale: ma perché dopo gli ottavi il ct Sabella ha deciso di non schierare più Fernandez?
«Per me conta aver indossato la maglia della Seleccion in Brasile, nella competizione più prestigiosa. Cosa è accaduto? A un certo punto il tecnico ha scelto altri difensori, forse mi avrà visto un po’affaticato, e io ho rispettato la sua scelta. Si è aperto un nuovo ciclo con Tata Martino, abbiamo battuto i campioni della Germania in un’amichevole di grande prestigio.E ho avuto la possibilità di segnare uno dei quattro gol».
Il Napoli domenica gioca in casa col Chievo e il suo Swansea?
«Sabato saremo a Stamford Bridge per la sfida con il Chelsea. Scontro al vertice a Londra, le squadre occupano il primo posto con nove punti dopo tre partite. Noi abbiamo anche vinto la gara di coppa. Buon momento, giochiamo bene e facciamo risultati, soprattutto in casa. E adesso ci aspetta il Chelsea di Mourinho».
Fonte: Il Mattino
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