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Ferlaino: “Vittoria della Coppa Uefa più emozionante degli scudetti, la notte più bella della mia vita. Aspettando Bianchi avrei perso Diego…”

17 Maggio 1989-17 Maggio 2020, sono trascorsi 31 anni dalla vittoria della Coppa Uefa del Napoli, l’unico trofeo di grande spessore internazionale vinto dagli azzurri. Il ricordo dell’ex presidente Corrado Ferlaino.

“La vittoria della Coppa Uefa è stata più emozionante degli scudetti”, Corrado Ferlaino, quando parla della notte di Stoccarda, s’emoziona ancora, la sua voce lascia spazio a qualche lacrima e ai brividi. L’ex presidente del Napoli si concede in esclusiva a Calciomercato.it parlando anche del presente, della ripartenza del calcio italiano.

Presidente, 17 maggio 1989, racconti la sua giornata?

“Come faccio a dimenticarla, è stata una delle più belle della mia vita, forse la più bella. Giunsi a Stoccarda nel pomeriggio con aereo privato, mi recai subito verso lo stadio e fui impressionato dal fatto che l’impatto cromatico era impressionante: almeno la metà delle persone che andavano allo stadio erano colorate d’azzurro, c’erano tantissimi napoletani che vivevano in Germania. A metà del secondo tempo il Napoli vinceva 2-1, ci fu un contropiede, Maradona sulla sinistra era inseguito da un difensore avversario, serve Careca sulla destra che realizza il 3-1, si tratta di uno dei gol più belli della storia del Napoli. Si parla sempre giustamente di Diego ma Careca era un grandissimo attaccante, in semifinale contro il Bayern Monaco realizzò tre gol su quattro tra andata e ritorno. Dopo il gol dell’1-3 capimmo che avevamo vinto la Coppa, lo Stoccarda doveva segnare quattro reti per ribaltare il risultato. Fu molto emozionante, al fischio finale ci furono i festeggiamenti, dopo la partita andai all’aeroporto per andare via sempre in aereo privato, rimasi colpito da un’immagine: c’erano tantissimi balconi con la bandiera azzurra. E’ un ricordo che mi commuove ancora oggi, avevamo resi felici i napoletani che vivevano in Germania. All’aeroporto arrivò anche la squadra, consegnai loro la coppa, fu un momento bellissimo”.

Ancora oggi è l’unico trofeo internazionale di grande spessore vinto dal Napoli, la Coppa delle Alpi del 1966 e la Coppa Italo-Inglese del 1977 non reggono il paragone con la Coppa Uefa…

“Assolutamente, non è facile vincere un trofeo internazionale, a quei tempi la Coppa Uefa era simile alla Coppa dei Campioni. rappresentava una coppa molto più importante dell’attuale Europa League”.

Cinque anni fa il Napoli andò molto vicino alla finale, perse contro il Dnipro anche a causa di alcuni errori arbitrali. Cosa ha pensato in quei momenti?

“Tra andare vicino e vincere c’è una bella differenza. Adesso c’è il Var, non sarebbe mai stato convalidato il gol in fuorigioco del Dnipro al San Paolo. Con Corrado Ferlaino presidente non sarebbe accaduto il furto che ha subito il Napoli, ero amico di tutti i dirigenti nazionali e internazionali, si vince anche con i rapporti”.

Bianchi ha dichiarato che lo scudetto del 1988 fu perso in virtù delle frizioni che si registrano nello spogliatoio dopo il rinnovo del contratto di Maradona. Cosa ne pensa?

“Bianchi è capace di esprimere concetti che mi piacciono in modi che mi fanno arrabbiare, Ottavio è di Bergamo alta, zona chiusa tra le montagne, non riesce ad essere simpatico, nel calcio a volte bisogna fare dei compromessi. Era il quarto anno di Maradona, andava a scadenza di contratto, potevo mai perdere Diego, dovevo aspettare i tempi che m’indicava Bianchi? Probabilmente avremmo perso Maradona e l’anno dopo non vincevamo la Coppa Uefa e quindi forse lei dopo 31 anni non mi avrebbe chiamato. Bisogna rispettare i ruoli, io m’arrabbiai tantissimo quando i calciatori scrissero la lettera contro Bianchi proprio per questo motivo”.

Vuole dare qualche consiglio a De Laurentiis per tornare a vincere lo scudetto o qualche coppa internazionale?

“Non ne ha bisogno e non li seguirebbe nemmeno”.

In questo weekend è ripartita la Bundesliga, il calcio italiano, invece, è ancora indietro. Come si sta approcciando a questo dibattito?

“Non decidiamo noi ma il coronavirus, deve fermarsi lui, è tutto molto incerto, dipende da quando e come riusciremo ad essere immuni dal virus. La Germania è la Germania, l’Italia è l’Italia, i nostri dirigenti hanno seguito una strada, vediamo dove ci porterà. Se e quando si riparte, sarà interessante capire la condizione delle squadre, sarà tutto diverso rispetto alla fase in cui ci siamo fermati. Penso agli ottimi momenti dell’Atalanta, della Lazio o dello stesso Napoli che era in ripresa”.

Fonte: Calciomercato.it

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