Corrado Ferlaino ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi del “Il Mattino”. Tanti i temi affrontati, dalla Juventus a Higuain, dagli arbitri al giudice sportivo, però il suo pensiero vola a quarantacinque anni fa. Era il 20 marzo del 71. «Presidente del Napoli da pochi anni, giocavamo in casa dell’Inter e alla fine del primo tempo vincevamo per 1-0».
Cosa accadde, ingegnere Ferlaino?
«Nell’intervallo l’arbitro Gonella venne avvicinato da alcuni giocatori avversari, tra questi c’era Mazzola. Nella ripresa concesse subito un rigore inesistente all’Inter, che poi raddoppiò. Dopo la sconfitta mi infuriai e mi nascosi per tre giorni in Svizzera. Vomitando per la rabbia, per quella porcheria».
I poteri forti di mezzo secolo fa.
«Partiamo dall’anticipazione della squalifica di Higuain. Fatto antipatico, strano, grave. La Lega Calcio dovrebbe aprire un’inchiesta e sostituire il giudice sportivo. Se un pm anticipasse ai giornalisti una richiesta di condanna, non subirebbe il cambio di sede?».
I tifosi del Napoli sono infuriati per la squalifica del bomber.
«Le sentenze non si discutono, in linea generale. Ma non si può non notare la differenza rispetto all’episodio di Bonucci. Rizzoli, l’arbitro mondiale, ha mostrato sudditanza psicologica verso la Juventus e non ha scritto la verità: anche Bonucci avrebbe meritato 4 giornate di squalifica. Molto male se in due episodi simili vi sono stati due referti differenti. Credo che un arbitro arrivato alla finale mondiale non debba più dirigere perché va in campo con la puzza sotto al naso: meglio metterlo dietro a una scrivania».
Parla di Rizzoli e pensa ancora a Gonella?
«Penso che, se sei bravo e fortunato, puoi arrivare al secondo posto. Non ti fanno vincere, sono più forti di te».Chi è che non ti fa vincere?«Ci sono in ballo tanti milioni e la società importante mette in campo tutte le sue forze per vincere e per allontanare le rivali. Gli arbitri possono subire il fascino di quelle società importanti».
Il suo Napoli ha dovuto acquistare il migliore calciatore al mondo, Maradona, per vincere due scudetti, al momento gli unici nella storia azzurra.
«Ecco, noi combattemmo contro la Juve e contro il Milan. Ma non c’era soltanto Maradona. C’erano anche Biagio Agnes e Gino Palumbo».
Si spieghi.
«Agnes, direttore generale della Rai, e Palumbo, direttore della Gazzetta dello Sport, erano vicini al Napoli. Il sostegno della Rai fu fondamentale nel 90, quando vincemmo lo scudetto contro il Milan, sostenuto dalle reti televisive di Berlusconi. Non solo. Io ero entrato nel Palazzo, come consigliere federale e vicepresidente del settore tecnico di Coverciano, frequentato dagli arbitri. Trascorrevo le mie vacanze natalizie a stretto contatto con i presidenti di Federcalcio e Lega. Stesso albergo di Sordillo alle Barbados, andai dieci volte a casa di Nizzola in Kenya. E poi i contatti con Carraro e Matarrese. I rapporti sono fondamentali».
Fonte: Il Mattino
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