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Ferlaino: “Questo Napoli non ha paura di nessuno”

L'ex presidente del Napoli: "Del match con la Juventus vedrò solo il primo tempo, come ho sempre fatto nella mia vita"

Parla attraverso le pagine di “Tuttosport” lo storico presidente del Napoli Corrado Ferlaino sul momento del club azzurro e sui trascorsi nella società partenopea. Ecco quanto sottolineato da IamNaples.it.:

Ingegnere Ferlaino, Juventus-Napoli è tornata ad essere una sfida per lo scudetto: qual è il suo stato d’animo?
«Confesso di vivere la stessa emozione di allora».

Ma che dice, questo è lanno giusto?
«La speranza c’è. Il tifoso spera sempre e da tifoso dico che questo può essere l’anno giusto. La certezza è che il Napoli farà un grande campionato e arriverà al primo o al secondo posto».

Ma allora è lotta a due?
«Per il momento sì, poi si vedrà a gennaio se le altre si rinforzeranno. Ma non credo».

Questa partita le ricorda quella dell’86-87?
«Quell’anno ci fu la nostra riscossa definitiva. Andammo in svantaggio ma poi attaccammo e chiudemmo la Juve nella sua metà campo. Ero a Torino, seduto accanto allavvocato Gianni Agnelli, che mi disse: Ferlaino, lei ha una grande squadra. Il calcio di allora era diverso, c’era perbenismo e rispetto tra i club».

Sta dicendo che gli Agnelli di oggi sono diversi da quelli di ieri?
Non posso rispondere perché non conosco quelli di oggi”.

Lei che vedeva soltanto il primo tempo delle partite, perché l’11 novembre dell’86 la vide tutta?
Quella fu lunica partita che vidi per intero. Mi accorsi che sarebbe stato possibile vincere, anche perché durante la mia presidenza avevamo lottato altre quattro volte per lo scudetto, ma non avevamo mai espugnato Torino. Quell’anno avevamo un solo nemico, la nostra paura di non riuscire a vincerlo quello scudetto, perché consapevoli di essere i più forti di tutti”.

Teme che anche il Napoli di adesso possa avere la stessa paura di allora?
«No, oggi è diverso. Ho la sensazione che quest’anno il Napoli non abbia paura di perdere perché non ha paura di nessuno e gioca con il carattere della grande squadra».

Ingegnere, lei nemmeno ha paura a pronunciare la parola scudetto: ma non era scaramantico?
«La pronuncio perché oggi sono semplicemente un tifoso, mentre comprendo gli addetti ai lavori che preferiscono astenersi».

Secondo lei il Napoli è più forte della Juve?
«Sono due cose diverse. La Juve è più squadra, il Napoli ha tre attaccanti che nessuno oggi si può permettere».

Tra questi c’è Cavani: ha fatto bene De Laurentiis a ricomprarlo come fece lei con Maradona?
«Ha fatto benissimo. Era giusto, anche perché non c’era bisogno di vendere Cavani avendo già ceduto Lavezzi».

Lei è tra quelli che pensano di Cavani come lunico in grado di superare Maradona?
«Forse con i gol sì, magari lo supererà pure, però per me Maradona resta unico. Aggiungo che si tratta di due calciatori completamente diversi, uno più attaccante e l’altro… Maradona».

Sarà una gara decisiva per lo scudetto?
«No, sarà parzialmente determinante per l’obiettivo finale. Il campionato è lungo e ogni squadra attraversa momenti di
appannamento, come di grandi risultati».

Dicono che il merito dei successi attuali sia anche di Mazzarri, ma per lei somiglia più a Vinicio o più a Bianchi?
«Mazzarri assomiglia soltanto a Mazzarri. E molto bravo ed è lui la vera forza del Napoli, perché riesce a trasmettere una carica notevole al gruppo. Lui e Conte sono in questo momento i due più forti dItalia».

Vedrà la partita e se sì, dove?
«Sarò davanti alla tv a casa mia. Come sempre vedrò solo il primo tempo e forse dieci minuti del secondo. Poi spegnerò la tv, prenderò un libro e aspetterò leggendo la fine della partita».

E  se dovesse finire come nell’86-87?
«Festeggerò, è ovvio, ma di certo non la vedrò tutta perché il vero tifoso è sempre a rischio infarto. A me basta il primo tempo per farmi salire il sangue alle coronarie».

Quindi lei allo stadio San Paolo non potrebbe più andare?
«E non ci sono mai più andato, anche se De Laurentiis mi ha invitato qualche volta e l’ho pure ringraziato. Posso dire che avendo visto almeno 40 partite all’anno per 33 anni, ho già dato».

Ma quando il Napoli è fallito lei temeva che non potesse mai più tornare a battersi per certi traguardi?
«Io speravo il contrario e ne ero convinto, perché la nuova società si è giovata di quel fallimento. Oggi gli altri club hanno debiti pregressi rispetto a quando sono entrati in ballo i soldi delle pay per view. Il Napoli gode soltanto dei vantaggi che procura il
calcio moderno ed ecco perché non mi stupisco che sia tornato a galla».

Ma se dovesse succedere quella cosa lì, organizzerebbe una festa per il Napoli?
«La organizzerei a casa mia con pochi amici. Di certo mi commuoverei come quando ero io il presidente che vinceva gli scudetti. Anche adesso sono emozionato al solo pensiero che ciò possa accadere».

Scelga lei un segno tra 1, X e 2?
«Forza Napoli».

La Redazione

A.S.

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