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Ferlaino: “I giocatori sono esuberanti, io li facevo seguire nei vari night”

L’intervista Il presidente dell’era Maradona e degli scudetti analizza il momento negativo degli azzurri

Angelo Rossi Corrado Ferlaino, il presidente di Maradona, degli scudetti e delle Coppe, è stato raggiunto dai microfoni de i colleghi de Il Mattino ed ha parlato della sfida tra Napoli e Lazio. Ecco le sue parole riportare dall’edizione odierna del quotidiano:

Sul goal della Lazio?«È stato casuale, il pezzo di bravura l’ha fatto Anderson».

Sull’azione di Insigne. «Mezzo secondo in più e Lulic non avrebbe preso quel pallone. Ai supplementari o ai rigori avremmo vinto noi».

Cita Benitez con le sette occasioni gol e la jella. «Diciamo che non siamo stati fortunati. È una stagione maledetta».

Si può rimediare? «La squadra deve battere assolutamente la Fiorentina».

De Laurentiis ha sbattuto tutti in ritiro a Castelvolturno. «Avrà avuto i suoi motivi».

Dice che i calciatori devono fare i professionisti. «Giustissimo. Sono giovani, belli, ricchi e famosi. Ma a volte dimenticano che bisogna dar conto a una società e a una città».

Troppe tentazioni a Napoli? «Come altrove. Non è un paese di clausura, ma nemmeno Parigi o Monaco. Cosa dovrebbero dire i tifosi del Psg o del Bayern? In confronto a quelle città, le nostre distrazioni sono poca cosa».

Aurelio dice che qualcuno non conduce vita da atleta. «I calciatori sono giovani ed esuberanti, se non rispettano se stessi è giusto intervenire. Non puoi obbligarli ad andare a letto alle 10 ma non è normale girare per locali uno o due giorni prima della partita».

Allora è saggia l’idea del ritiro? «Il presidente lo ha fatto o perché sa certe cose o per reazione ai cattivi risultati. Mi auguro che sia vera la prima ipotesi perché il ritiro inteso come punizione è un ragionamento sbagliato: può generare risposte negative da parte della squadra».

È capitato ai suoi tempi? «Avevo collaboratori e dirigenti che dal martedì sera spedivo in giro per i night».

Ne avrà scoperti parecchi. «Sì: quando pizzicavo uno dei miei, la prima volta gli parlavo a quattr’occhi. Alla seconda scattava una multa salatissima. Raramente si arrivava alla terza».

Cosa rovina un calciatore? Far tardi, bere alcolici o mangiare troppo? «Tutto quello che non fa parte di una vita sana. Anche il sesso».

Cosa c’entra il sesso, scusi? «Le spiego. Chi fa l’amore con la moglie, lo fa una sola volta perché è interesse della donna controllare il marito e tenerlo “a stecchetto”. Ma se il calciatore va a letto con una donnina, questa gli fa fare sesso tutta la notte e lui il giorno dopo non rende in allenamento. Oggi il calcio è particolarmente atletico, si gioca di più e bisogna avere grande forma per reggere tre partite in una settimana».

Quindi l’ideale è avere una squadra composta da calciatori sposati. «Non è facile ma sarebbe la cosa migliore».

Lei controllava personalmente i calciatori? «Uno in particolare: Altafini. Mi dissero che quando la squadra era in ritiro, lui usciva di notte. Questa storia mi entrò nel cervello come un tarlo, divenne una malattia. Una sera a Roma mi nascosi nell’auto fuori l’uscita secondaria di un albergo, e lì rimasi fino all’alba. Ma non lo beccai».

Pesaola invece sosteneva che era meglio sfogare la tensione. «Avevamo due teorie differenti. Lui pretendeva disciplina solo il giorno prima della partita».

Alla fine, dipende tutto dai calciatori. «Guadagnano molti soldi, la carriera dura 10-15 anni, dovrebbero essere impeccabili, quasi perfetti nella gestione della propria vita privata. È la testa che fa la differenza tra un grande sportivo e tutti gli altri».

Se fosse stato De Laurentiis, come si sarebbe comportato? «A caldo si ragiona da tifosi e il ritiro è la prima idea che viene in mente. Il giorno dopo si pensa da uomini di calcio e analizzando bene la partita, dico che il Napoli non è stato aiutato dalla buona sorte».

Ma cosa avrebbe fatto? «Avrei portato la squadra a farsi benedire…»

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