Da quasi 10 anni non entrava in uno stadio italiano. L’ultima volta a Como, gennaio 2002, poche settimane prima di vendere il Napoli a Corbelli e Naldi. L’ingegnere Ferlaino era martedì all’ Olimpico per Italia-Uruguay.
«Sono tifoso della Nazionale, l’ho seguita ai Mondiali in Germania e in Sudafrica, mai però l’avevo vista dal vivo in Italia dopo essere uscito dal calcio. Era un’occasione per salutare gli amici del Coni e della Figc, sono stato consigliere federale, e per assistere alla sfida tra i nazionali del Napoli: Maggio e Cavani. Bella serata»,
spiega il presidente degli scudetti, che dopo la partita in una trattoria di Roma ha incontrato Totti e Bruno Conti: uno scambio di saluti. Uscito dal Napoli dopo 33 anni, Ferlaino non ha rimesso piede al San Paolo.
«E non lo farò. Resto un grande tifoso, seguo la squadra in tv. E non penso a un ritorno nel calcio».
Il Napoli è stato il suo grande amore. Con qualche rimpianto.
«Il centro di Marianella, ad esempio. Lo consegnai a Corbelli quando decisi di vendere il club, mi dispiace sapere dello stato di abbandono. Lì avevamo investito per la sede e i campi per attività anche sociali: c’erano 10 squadre di scuola calcio per favorire l’inserimento dei giovani a rischio. Una mia società aveva ottenuto un importante finanziamento per il Napoli. Per le vicende legate alla struttura di Marianella io e Corbelli siamo stati condannati in sede penale e non in quella civile: a parer mio una contraddizione, abbiamo presentato appello».
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Matino
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