In fumo l’archivio del centro sportivo di Marianella, come rivelato dal «Mattino» un incendio ha divorato i documenti custoditi nella struttura dove si allenavano i giovani del Napoli negli anni ’90, il sogno coltivato a lungo e poi realizzato da Corrado Ferlaino, il presidente degli scudetti. «Sì, purtroppo è stato un sogno andato in fumo, con me era la casa dei giovani del Napoli, quattro campi di calcio, la sede sociale, i campi da tennis. Lì cominciarono i fratelli Cannavaro e tanti altri giovani napoletani che poi hanno fatto carriera in altri club di A. Era alto anche il significato sociale perchè con il centro sportivo di Marianella riuscimmo a togliere tanti ragazzi dalla strada».
Quali sono i primi ricordi che le vengono in mente?
«Tanti ovviamente, a cominciare da quello del giorno dell’inaugurazione. Venne il presidente della Lega calcio Matarrese, arrivò dopo un volo travagliato da Roma, fu una giornata molto emozionante».
In fumo i contratti del vecchio Napoli, distrutto quello di Maradona, un valore simbolico unico per la storia azzurra…
«Infatti è così. Mi piace sempre ricordare la storia di quel contratto. A Milano, in Italia, il mercato chiudeva alle 20 del sabato sera mentre in Spagna le trattative si prolungavano fino a mezzanotte e proprio negli ultimi minuti chiudemmo quella con il Barcellona per Diego. In Lega depositammo una busta vuota, il vero contratto lo avevo io e lo depositai la domenica mattina con un escamotage, sostituendo la busta originale. Venni scoperto dai giornalisti, Lega e Federazione chiusero un occhio perchè sia pure con qualche minuto di ritardo il Napoli riuscì ad assicurarsi il giocatore più forte del mondo e a portarlo in Italia».
Parliamo ancora di Marianella e di quello che fu il suo progetto giovani.
«Il Napoli aveva bisogno di un centro sportivo dove potessero allenarsi e soggiornare i ragazzi, mentre la prima squadra si allenava a Soccavo più a contatto con la città. Così pensai a Marianella. Tra l’altro l’operazione aveva anche un significato economico importante per il club: le proprietà immobiliari infatti avevano un valore certo, assoluto, a differenza di quello aleatorio dei calciatori che cambia a seconda del rendimento degli stessi».
Un altro calcio, altre entrate, un panorama totalmente diverso.
«Non c’era Sky, non c’erano le entrate televisive che ci sono oggi e gli introiti attuali del calcio, da questo punto di vista le uniche certezze erano i tre minuti. Incassavamo 25 miliardi di lire a fronte di 35 miliardi che servivano solo per pagare gli ingaggi ai calciatori. Il sessanta per cento riuscivamo a coprirlo con gli incassi allo stadio San Paolo e i bilanci erano a posto».
Adesso come allora la sfida è tra Napoli e Milan: in palio però c’è il secondo posto. Come finirà?
«Il Napoli ha due punti in più, speriamo possa far aumentare il distacco, lo scontro diretto della prossima settimana a Milano sarà decisivo. Il Napoli se riuscirà a mantenersi avanti con un vantaggio consistente diventerebbe poi più difficile da raggiungere in sei giornate. E poi io personalmente faccio ancora un piccolo pensierino allo scudetto: la Juve ha nove punti di vantaggio ma il suo calendario non è proprio facilissimo».
Cavani è già nella storia del Napoli: può raggiungere Diego?
«Cavani è uno degli attaccanti più forti al mondo, spero possa restare ancora un anno a Napoli, così potrà raggiungere il record di gol di Maradona».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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