Presidente dei trionfi azzurri griffati Diego Armando Maradona, l’ingegner Corrado Ferlaino interviene a Marte Sport Live per celebrare il venticinquesimo anniversario del primo dei trionfi sotto al Vesuvio. Ecco quanto evidenziato dalla Redazione di Iamnaples.it:
“Avevamo un consiglio d’amministrazione formato dalle persone più prestigiose della Città, non m’interessava di mettere nel progetto familiari o persone a me vicine, volevo che l’organigramma societario fosse un’eccellenza, e così fu: basti pensare che per acquistare Maradona si misero in moto tutte le banche della Città. Lo scudetto, quasi sempre, è frutto della situazione economica della Città in cui arriva, a Napoli il discorso fu diverso: non c’erano grandi industrie come Torino o Milano, ma la “pulce”, come si suol dire, riuscì a competere e a battere “l’elefante”. La giornata di 25 anni fa? Mi svegliai, come sempre, alle 7 del mattino e mi recai a Soccavo per pranzare, verso le 10.30, con la squadra. Con i giocatori parlai poco, non volevo caricare l’ambiente, ma vedevo nei loro occhi tanta sicurezza. Io, personalmente, avevo paura di fallire, come era successo altre volte in cui riuscimmo solo a sfiorare lo scudetto, ma loro, caricati da un leader unico come Maradona, sapevano che ce l’avrebbero fatta. La partita per me fu un calvario, assistetti con molta ansia ad un pareggio che, in virtù dei risultati della Juventus, ci avrebbe regalato il meritato titolo. Ricordo di una punizione di Baggio sull’1-1, assistetti ansimante al passaggio di quella palla verso l’out. La nuova società? Faccio gli auguri a De Laurentiis, tifo Napoli ma non credo mi prenderà mai la nostalgia. Spero che l’anno prossimo sia quello del ritorno in Champions, lo dico da tifoso ma è logico che quest’anno una squadra poco esperta come quella azzurra abbia pagato lo scotto europeo. Lavezzi? Un grande giocatore. Maradona? Un genio. Bisognava gestirlo bene, è il prezzo da pagare quando si ha a che fare con queste grandissime personalità; non credo che il Pocho richieda tutta questa puntigliosità nella sua gestione. Se Lavezzi lascerà Napoli? Condannarlo per l’aspirazione di guadagnare di più sarebbe sbagliato, se il Napoli gli offrisse qualcosa in più non penso cambierà mai casacca. Chi è la rovina del calcio? I procuratori: se Lavezzi fosse venduto il suo procuratore ne guadagnerebbe nel 5%. Storicamente è spesso capitato che la cessione di un grande calciatore sia combaciata con la rifondazione di una squadra in più elementi: vedi Juve post Zidane. Cos’è per me Napoli-Juventus? Ricordo un 3-1 in terra torinese, una partita spettacolare dopo tante sconfitte. Passammo in svantaggio ma dopo esserci scrollati di dosso la paura reverenziale verso i bianconeri gli rifilammo tre reti. L’aspetto economico? Il Napoli è destinato a vincere molto, se avessi avuto la disponibilità economica attuale forse avrei vinto molto di più. Il fallimento? I tifosi se la prendono un pò con tutti, ma, scherzi a parte, credo tutti sappiano che non c’entro col fallimento, anzi credo che se fossi rimasto non si sarebbe mai arrivati a quel punto. La scaramanzia di andare a Cena da Bruscolotti? Non la conoscevo all’epoca, ma stasera faremo un salto nel passato.”
La Redazione
M.P.
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