Se, ma: si va avanti nella nebbia d’un mercato divenuto un’ossessione e si deambula tra mezz’Europa, un po’ in Belgio e un po’ in Gran Bretagna, alla ricerca del centrocampista giusto per il salto di qualità. Se Van Gaal dice yes, si può fare, e magari si farà; ma se poi se l’orizzonte diviene fosco, allora si vira: è l’estate del bagnasciuga, quel che porta via pure l’idea; però nell’attesa di un’onda anomala, sulla quale magari c’è il centrocampista che serve – eccome – si resta nell’ombra a tesser la tela, aspettando Fellaini oppure Lucas Leiva o anche Camacho o perché no Javi Garcia. Perché con Behrami che ha salutato, un centrocampista (almeno) bisogna mettero a disposizione di Rafa Benitez che, peraltro, non ha mai fatto mistero di attenderlo.
IDENTIKIT. L’ha detto, eh sì, perché ormai era inutile negarlo, c’erano le prove pubbliche d’una missione allo scoperto di Bigon a Bruxelles: appuntamento in un hotel a cinque stelle, rischio (in)calcolabile, almeno quanto il costo (approssimativo) d’una stellina che il Manchester United appena un anno fa ha pagato un’enormità, su rprecisa richiesta dell’ormai ex Moyes, oltre trenta milioni di euro versati nelle casse dell’Everton, e dal quale ha ottenuto non quanto s’aspettava. Ma Maoruane Fellaini (27) è piombato sul Napoli con la prepotenza della sua capigliatura ed ora ci rimane, aspettando Van Gaal e una steategia della tensione tra le parti: c’è chi tira da una parte, il Napoli, e chi dall’altra, il Manchester United, c’è chi punta (forte) sul prestito oneroso (con riscatto stabilito) e chi invece punta a recuperare un po’ di sterline (mica poche, via) immediatamente, viste quelle spese appena dodici mesi fa. E’ il gioco delle parti che sembra possa svilupparsi in maniera decisiva tra oggi e/o domani, perché i week-end non possono essere trascorsi standosene a girarsi i pollici, ormai. C’è la necessità di fare in fretta.
ORA. E’ il momento delle scelte, di un’offensiva che dev’essere mirata, perché non bastano Michu e Koulibaly, perché l’organico è privo di un interditore o comunque di un’unità, perché entro l’undici agosto andrà presentata la lista Uefa e dunque, ci siamo, nove giorni appena per dare a Benitez quello che vuole Benitez: Fellaini ha il fisico per sostenere il peso d’una organizzazione (e di una interdizione) che risponda alle esigenze del codice-Benitez, però poi c’è anche un contratto principesco da interpretare. Ma questa è la seconda fase, agevolata dal faccia a faccia tra direttore sportivo e centrocampista; prima viene la trattativa con il Mnchester United per la questione cartellino, ch’è difficile e quasi (im)possibile e che va snellita in un fine settimana da dentro o fuori, perché poi saremo al giorno quattro e dunque mancherà una settimana….Tardi.
REDS. Qui Manchester United, a voi Liverpool: l’altra via, Oltremanica, conduce dritto ad Anfield e lascia riemergere, ove mai si fosse inabissato, il profilo di Lucas Leiva (27), centrocampista assai più di rottura, una diga eretta nella Premier proprio da Benitez, che volle il brasiliano con i Reds e che ora aspetta di capire quali siano i margini d’intervento. Il mercato ha variabili inaspettate e vabbè che ci sono i telefonini: però il Liverpool è in America con il proprio stato maggiore e per muoversi con maggior decisione, su certi argomenti, conviene incontrarsi di persona. Però Lucas Leiva resta nel listone della spesa, persino nel ruolo di priorità, e comunque costituisce l’altro mediano, non l’innesto principale ma l’alternativa: che guadagna cinque milioni di euro all’anno, mica sciocchezze.
SORPRESA. Chi sa di calcio sa di Lassana Diarra (29), sa del suo triennio al Real Madrid, d’una scelta di vita (?) che lo ha portato prima all’Anzhi (quando c’erano tanti ma tanti soldi) e poi l’ha indotto – dopo la rescissione – ad andarsene alla Lokomotiv Mosca. I pro ed i contro diventano materia sulla discussione: il personaggio è di spessore e la sua carriera lo sottolinea; le caratteristiche si sposerebbero con il 4-2-3-1 e non ci sono dubbi; però: ventinove anni lo sistemano proprio sulla frontiera del progetto tecnico del Napoli e quell’ingaggio, ch’è figlio del passato ma che oscilla sempre intorno ai cinque milioni di euro (e poi metteteci i bonus) costringe a meditare ad oltranza, a discutere a distanza, ad aggiornarsi e comunque a fare valutazioni a tutto campo.
CASA. Il profumo della Spagna è in Javi Garcia (27), nella tendenza a palleggiare d’un centrocampista che sa cosa chiede Benitez e cosa serve al Napoli, nella autorevolezza di un interprete che con il Manchester City ha messo assieme una cinquantina di partite in Premier e dunque ha confermato quel che s’annunciava in Patria. Ma le sterline pesano ovunque e nel cambio con l’euro pure di più: la decisione diviene un tormento, esasperato dal count down che conduce dritto all’undici agosto, e per la scrematura si è arrivati all’ora X. Si parte da Fellaini e si approda a Javi Garcia, restando però a centrocampo… La Champions sta arrivando.
Fonte: Corriere dello Sport
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