Vincere una sfida a tempo ormai scaduto non è mai stato un problema per il Manchester United. Certo, dopo la fine dell’era Ferguson anche le gambe dei Red Devils tremavano. C’era una nuova storia da scrivere. Il modo migliore era prendere un super campione, per affidargli il primo mattone del dopo Sir Alex. L’ingrato compito tocca a David Moyes: a lui le chiavi della super corazzata, obbligata a vincere anche sul mercato. Ma il colpo non riesce. Dopo la conferma di Rooney era il centrocampo il reparto a cui cambiare faccia. Ma una serie di fallimenti e rifiuti uno dietro l’altro portano lo United ad annaspare fino all’ultimo giorno di mercato. Cristiano Ronaldo, Ozil e Fabregas: tutti obiettivi sfumati. E pure l’assalto negli ultimi giorni a Coentrao ed Herrera cadono clamorosamente nel vuoto.
David Moyes arriva all’ultimo giorno senza aver fatto il colpo tanto annunciato. Ma il nuovo manager non ha mai perso il sorriso, perché nella tasca stringeva il suo jolly. O meglio, il suo pupillo: Marouane Fellaini aveva stupito l’Inghilterra con la maglia dell’Everton, proprio agli ordini dell’allenatore scozzese. Il versatile centrocampista non se lo fa dire due volte, anche a costo di deludere i tifosi dei “Toffees”, che lo adoravano. Moyes fu costretto a fare tutto in poche, pochissime ore. Ma anche questo colpo finale rischiò di saltare: Fellaini aveva una comoda (ma salata) clausola rescissoria fissata a 25 milioni di sterline, che però scadde il 31 luglio, esattamente il giorno prima dell’inizio della trattativa. In pratica nell’ultimo giorno di mercato il belga non poteva “sbloccarsi” automaticamente. La notizia, che Fellaini diede personalmente a Moyes, rischiò di farlo trasalire. Solo grazie all’insistenza del giocatore, l’Everton accettò la cessione, ma solo a una cifra più alta della clausola. I milioni di pounds necessari furono 28,7.
Uno dei pochi casi in cui un calciatore viene ceduto a una cifra maggiore della clausola rescissoria, appena dopo 24 ore dalla sua scadenza. Ma il tempo tiranno costrinse i Red Devils al sacrificio, in nome della rinascita e del voler evitare di cominciare con una pessima figura (pesanti i mancati arrivi di Coentrao ed Herrera, dati per fatti). 32 milioni la cifra del cartellino, e a Fellaini un super contratto di cinque anni a circa 4,5 milioni di euro. Il colpo, alla fine, fu il jolly del centrocampo belga, dalle movenze curiose e una pettinatura improbabile. Alla fine, appunto. Proprio in extremis, all’ultimo giorno. Moyes non riuscì a evitare le critiche della stampa. I tifosi, che seguirono la breve ma intensa trattativa, non fecero mancare la loro ironia. Però apprezzarono il rinforzo. Un’iniziale simpatia che poi divenne un tormento, tanto da portare i tifosi dello United a festeggiare quando Fellaini si infortunò al polso, appena due mesi dopo. «Sono qui per Moyes, per far gol e diventare anche qui un giocatore di riferimento», disse il belga il giorno della presentazione. Una stagione disastrosa travolse lui e Moyes, facendo diventare Fellaini un “top flop” della scorsa campagna acquisti. L’acquisto più importante del dopo-Ferguson si bruciò in pochi mesi, non solo per colpa sua. Ed oggi è pronto a ricominciare.
A cura di Giovanni Scotto per gianlucadimarzio.com
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