Federico Buffa, giornalista sportivo e storyteller di Sky Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’edizione odierna de “Il Mattino”: “Napoli è il mio Stato preferito, è una capitale con una sua lingua, una propria tradizione teatrale riconosciuta in tutto il mondo. Senza parlare della musica. È uno dei luoghi più importanti della terra. Ogni volta che torno a Napoli m’incanto a guardare il Vesuvio. È un’ attrazione fatale e mi fa pensare all’anima incredibile di questa città.
Sarri? Ha quello che serve ad un club come il Napoli rispetto al contesto. È un ossessivo maniacale, uno che crede che non si è mai imparato abbastanza. I giocatori del Milan di Sacchi mi raccontano fino a che punto lui poteva arrivare, era una sorta di penetrazione psicologica costante. Costacurta mi ha spiegato più volte che alcuni movimenti nemmeno li pensavano più perché erano entrati nel loro metabolismo tecnico. Ecco, il Napoli ha queste caratteristiche. Bisognerà vedere solo per quanto tempo Sarri riuscirà a farlo.
Dura tenere fino a fine stagione? Non dico questo, bisognerà vedere se il mister riuscirà ad arrivare alla testa dei suoi giocatori per un periodo più ampio. In questo mi ricorda Conte o Mourinho, che dopo qualche anno sono costretti a cambiare club perché dopo un po’ è difficile a restare in linea con la metrica del pensiero di un uomo del genere. Tre o quattro anni è il limite, in media. Il Napoli deve quindi riuscire a vincere in fretta con questo allenatore perché lo sta avendo probabilmente al picco di sempre. Ha una capacità d’insegnamento fuori dalla norma.
Su Insigne? Del Napoli, a parte il fenomeno Mertens, è il mio calciatore preferito. Napoli è l’unica città d’Italia dove ancora si gioca a calcio in strada, così come facevano i vari Cruijff, Pelé o Best. È veramente un giocatore diverso, sorprendente, adoro vederlo. Pensa in modo diverso e se ne accorgono anche i suoi avversari. Ha un altro modo di muoversi, è un calciatore unico nel panorama italiano. E poi è singolare che un napoletano riesca ad imporsi nella propria città. Napoli è spesso legata al suo esterno, il meglio della napoletanità spesso è la rielaborazione di ciò che viene da fuori. Come il caffè ad esempio. È una città, e come sta accadendo anche con Sarri, che ha bisogno di qualcuno che le dia disciplina, che ti fa capire di essere più bravo di ciò che ti hanno detto. Lo stesso è accaduto con Bianchi trent’anni fa.
Maradona? La grandezza di Diego è spesso sottovalutata, non ha mai detto una parola offensiva ad un suo compagno. È il valore di Maradona più grande di tutto, ha sempre avuto i compagni dalla sua parte perché aveva un modo eccezionale nel saperli prendere.”
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro