Enrico Fedele, noto procuratore di diversi calciatori, interviene a Marte Sport Live per celebrare i quarant’anni di Fabio Cannavaro, l’unico Pallone d’Oro made in Naples. Ecco quanto evidenziato dalla Redazione di IamNaples.it:
“Il primo Cannavaro? Oggi compie 40 anni, ma per me sarà sempre quel ragazzino basso, che il Napoli non riteneva all’altezza degli Allievi Nazionali. Non era eccelso tecnicamente né bello da vedere, ma aveva una tenacia ed un tempismo unici. Se sono diventato quello che sono diventato nel mondo del calcio, il merito è soprattutto suo, ma anche io fui bravo a vedere un Pallone d’Oro in quel ragazzino falloso, il figlio di Pasquale, anche lui giocatore di grande aggressività. Per Napoli, Fabio è un’icona: ha vinto Pallone d’Oro e premio miglior giocatore del Mondiale da capitano della Nazionale, qualcosa di inarrivabile. Quando andò a ritirare il pallone d’oro lo dedicò subito a tutti i ragazzi sfortunati di Napoli, tutto questo dimostra che uomo è Fabio. Lui per me è nato per fare l’allenatore, c’è una bella differenza però tra il selezionatore e l’allenatore, molte squadre non decollano anche per mancanza di tempo verso i propri allenatori. Per la lotta allo scudetto per me la superfavorita è la Juve, ho avuto tanti improperi quando dico tutto ciò e mi danno dello Juventino, ma così non è e dico sempre quello che penso. Il Napoli deve giocare con cattiveria e imporre il proprio gioco, non solo con il Bologna, ma anche con una squadra come il Milan e non subirlo, la si vede la grande squadra. Higuain è un grande giocatore e senza alcun dubbio potrà dare una mano, personalmente in merito al turn-over, non sono a favore di un cambio radicale degli uomini in campo. Per quanto riguarda l’Atalanta c’è da temere il loro contropiede, saranno molto attendisti e lasceranno giocare per approfittare degli spazi lasciati dal Napoli. Hamsik è un giocatore determinante, è difficile trovare un giocatore come lui, per me può fare 15 gol a campionato, personalmente credo che ad Hamsik manchi un po di continuità, se inizia ad avere questo tipo di rendimento diventa incredibile. Vargas per me ha dei numeri da vero attaccante, ma ha un grande difetto, soffre il contatto con l’avversario, deve imparare anche questo e in Italia non si gioca come in Cile. “
La Redazione
M.P.
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