Enrico Fedele, ex dirigente sportivo, ha parlato ai microfoni di Tmw: “Al di là delle uscite, credo che il Napoli sia stata la squadra a mio giudizio che si è rinforzata di più. Ma dalla situazione Milik ne sono usciti male tutti. In generale, gli azzurri hanno fatto bene sul mercato. Non solo per la conferma di Koulibaly, ma anche per l’arrivo di Bakayoko. È una sessione che racconta una vera e propria virata di De Laurentiis”.
In che senso?
“Sembra di assistere a un cambio di mentalità. Per la prima volta ha preso un giocatore solo in prestito e non ne ha venduto un altro dando priorità all’aspetto tecnico. E noi sappiamo che De Laurentiis è un mago dell’economia: in passato, lo è stato anche a discapito di qualche valutazione tecnica”.
Tra le grandi, chi la convince di più?
“Beh, il Napoli ha una rosa nella quale non manca quasi niente. È numerosa e varia, può cambiare modulo anche a partita in corso. Ha preso un attaccante come Osimhen che attacca lo spazio come pochi: magari non sarà un grandissimo goleador, può migliorare, ma fa segnare gli altri. E poi Petagna sa legare il gioco. In più ci sono centrocampisti che hanno nelle gambe qualche gol. E non aver venduto Koulibaly equivale a un rinforzo”.
Le altre?
“Metto l’Inter insieme al Napoli. Si è mossa più sul risultato immediato che sul futuro. Ha preso calciatori dal sicuro rendimento, soprattutto a centrocampo. Qualche dubbio sull’attacco: io sono un estimatore di Pinamonti, però bisogna vedere cosa farà se dovrà sostituire Lukaku, forse sarebbe servito altro. La Juve ha qualche carenza: Morata non è un centravanti alla Benzema. Cioè quello che voleva Pirlo e a cui è abituato Ronaldo. Sulle fasce ha preso Chiesa che è un ottimo giocatore, ma le manca una riserva di Alex Sandro. E poi in mezzo al campo vedo qualità, ma non so quale sia la forza fisica di giocatori come Arthur, Bentancur o Ramsey. Se dovessi dare un giudizio, l’Inter si è mossa meglio. Il Milan, infine, ha fatto una buona rivoluzione. Ma ha maledettamente bisogno di Ibra: lui, come Ronaldo o Ribery, non sono vecchie carrozze, ma locomotive. E dimostrano che l’età non conta”.
Torniamo al Napoli. Non aver ceduto Milik è il vero neo del mercato.
“È stata una questione di puntiglio. Ne esce male il Napoli, che perde un introito importante e gli paga l’ingaggio. Ma anche il giocatore: forse guadagnerà di più in futuro ma stare ai margini, nell’anno degli Europei, non è la mossa migliore. Vedo errori da entrambe le parti: del Napoli perché non gli ha rinnovato il contratto qualche anno fa. E poi del giocatore che si è impuntato. Credo che a gennaio si possano salutare, altrimenti sarà un danno per entrambi”.
A questo punto, non conveniva tenerlo a disposizione di Gattuso, anche inserendolo in lista?
“È un problema disciplinare. Io, da vecchio dirigente, con un calciatore che ha rifiutato tutto e si è intestardito, che mi ha fatto perdere dei soldi, penso che avrei fatto come il Napoli”.
Che idea si è fatto della vicenda Juve-Napoli?
“Molti pensano che il protocollo sia una legge dello stato. È una norma di rango inferiore, fatta in un periodo particolare. Quanto alle ipotesi sul comportamento di De Laurentiis, sono tutte illazioni. Il vero spartiacque è la gara tra Napoli e Genoa. I liguri hanno seguito il protocollo, sono venuti a giocare a Napoli dopo una positività e guardate cosa è successo. Forse se il Napoli fosse andato a Torino sarebbe andata allo stesso modo. Serve un protocollo diverso, magari con dei compromessi con le Asl. E serve la possibilità di recuperare qualche partita. C’è bisogno dei playoff e dei playout. Se si vuole portare a termine il campionato, ovviamente. Quanto a Juve-Napoli, anche qui ci si è impuntati. E quando succede vuol dire che è mancato del buon senso. Dall’una e dall’altra parte, sia chiaro. Ma la partita poteva essere rinviata, sarebbe stata la scelta più ragionevole”
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