Enrico Fedele, ex direttore sportivo tra le altre di Napoli, Parma, Salernitana, Avellino e Nola ed attualmente membro fondatore della Fedele Management, entourage che cura la procura di diversi calciatori tra cui i partenopei Grava e Cannavaro, interviene a Marte Sport Live. Ecco quanto evidenziato dalla Redazione di IamNaples.it:
“Benitez ha vinto 10 trofei, tanti quanti ne ha vinti il Napoli nella sua storia. E’ riuscito a vincere col Valencia ed il Liverpool, interrompendo, in Spagna ed Inghilterra le egemonie di Barcellona e Real e di Manchester e Chelsea. Nessuno potrà dire che è stato chiamato un signor nessuno: certo, qualcuno potrà dire che in Italia non ha fatto bene, ma sono cose che in una carriera così lunga ci possono anche stare. Lippi fu esonerato a Cesena, salvo poi vincere tutto ed idem Conte con l’Atalanta. Questa situazione andrà di sicuro a totale beneficio dei tifosi: una società come il Napoli, ormai sulla cresta dell’onda e con grandi margini di guadagni economici, non può non accontentare un mister come lui sul mercato. Non dico che vinceremo lo scudetto, la Juve è sempre avvantaggiata, ma ci sarà da divertirsi. Cavani? Il suo atteggiamento non mi piace, il Real non ha disponibilità economiche e le sue velleità economiche e di prestigio non devono far sì che il Napoli diventi una seconda scelta. Se fossi un dirigente non digerirei questa cosa: il Napoli non è una tappa del Giro d’Italia, ma il traguardo e guai a pensarla diversamente. Poi, se Cavani dovesse andare via, è morto il Re, evviva il Re: fosse per me prenderei Dzeko. Il bosniaco troppo macchinoso? Sicuramente, rispetto al Matador, è un giocatore diverso, un “9” classico, che attacca meno lo spazio e gioca di più in area, ma con Benitez cambierà anche il modulo e credo che l’attuale ariete del Manchester City sia giusto in questo senso. Chi serve più? Una seconda punta di movimento da poter usare anche nel 4-3-3, come caratteristiche direi Lavezzi, Cerci, Gomez, Eder ed altri. Ferlaino? Un esempio da seguire, un innovatore che ai suoi tempi inventò il prestito con diritto di riscatto, uno stratega del mercato ed un uomo di calcio. All’epoca non c’erano i fatturati delle TV, ma nonostante tutto con l’amico Dino Celentano riuscì a portare grandi fuoriclasse al Napoli, su tutti Maradona. Ha sempre agito per il bene del Napoli, mai per il suo: è un esempio da seguire per chi, ad oggi, vorrebbe seguire i suoi passi. Nessuno ha vinto quanto lui.”
La Redazione
M.P.
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