Lui, come sempre, non vorrebbe saltare un’azione, un minuto e anche un istante di ogni singola partita. Lui, Marek Hamsik, il leader vero del Napoli, non ha alcuna voglia di fermarsi, anche se reduce da due partite tirate come mai con la Slovacchia giocate in cinque giorni e da una serie di viaggi sull’asse Italia-Slovacchia-Bosnia-Slovacchia-Italia. E allora? Beh, al di là della sete, della personalità e della professionalità c’è anche la logica: ecco perché, in vista della partita di domani con l’Atalanta, anche Marek potrebbe entrare in lista turnover.
L’IPOTESI – Sia chiaro: ieri, dopo il mercoledì di riposo assoluto concesso ai nazionali, il capitano slovacco s’è prima allenato regolarmente con il resto del gruppo, salvo poi saltare la partitina come tutti gli altri reduci, e poi ha spiegato di essere pronto sia a giocare domani con l’Atalanta, sia mercoledì con il Borussia in Champions, sia domenica prossima con il Milan a San Siro. E così via: immarcescibile. La questione è un’altra: Marek è tornato alla base un po’ affaticato, come è ovvio che sia dopo una serie di spostamenti e due partite in cinque giorni, sommate tra l’altro a quelle del campionato, e considerando che mercoledì al San Paolo arrivano i vicecampioni d’Europa e pochi giorni bisogna volare a Milano per la prima sfida-scudetto della stagione, l’ipotesi di farlo partire dalla panchina con l’Atalanta è al vaglio.
LA “SFIDA” – Per la precisione, nel doppio e disperato confronto con la Bosnia andato in scena tra venerdì e martedì – costato tra l’altro alla Slovacchia la partecipazione al Mondiale 2014, con un carico pazzesco di delusione a cotè – Hamsik ha collezionato 72 minuti nel primo round e 90 (con gol, ahilui inutile) nel secondo di tre giorni fa. Totale, 162 minuti. Che, con l’aggiunta dei 71 con il Bologna all’esordio in campionato del 25 agosto e ai 75 con il Chievo nel bis del 31 agosto, diventano 308. Tutti nelle gambe. Quattro partite in diciassette giorni e altre tre, le prossime, in otto giorni: da domani a domenica 22 settembre, passando per il mercoledì di Champions. Lui, dicevamo, non ha alcuna voglia di saltare la sfida con l’Atalanta, ma di mezzo ci sono la stanchezza e i pensieri di Rafa: decisivo il faccia a faccia con il tecnico e con lo staff al completo. Ancora quarantotto ore: sarà l’ennesima sfida dell’uomo con la fatica. In preallarme uno tra Insigne e Pandev per sostituirlo, eventualmente, al centro della trequarti.
LE STAFFETTE – Diverso, invece, il discorso relativo alla fascia sinistra: la staffetta tutta colombiana, con Armero che dà il cinque a Zuniga e si prepara all’esordio dall’inizio, è molto più di un’idea. La storia è piuttosto semplice: Armero, squalificato dopo la partita con l’Ecuador, e dunque fuori causa per il bis con l’Uruguay di Cavani andato in scena martedì al Centenario, è rientrato a Napoli lunedì sera. E in campo addirittura martedì: il collega, amico e connazionale, invece, ha sfilato anche nel tempio di Montevideo e tornerà alla base soltanto oggi dal Sudamerica. Dopo trasvolate varie da circa 25 mila chilometri complessivi e a un giorno dalla partita. E’ in campo da lunedì con il resto del gruppo, pronto a esordire dall’inizio, anche Mertens. Lui a sinistra e Callejon a destra, alle spalle di Higuain.
IL CAPITANO – Andando a ritroso, da valutare è la condizione di Inler e Behrami: se Rafa riterrà eccessivamente affaticato uno dei due, toccherà a Dzemaili completare la coppia mediana. Da valutare, sì: Inler, infatti, ha giocato soltanto una partita, mentre Behrami, nonostante un fisico che rasenta il bionico, ha faticato per due anche con la Svizzera. Decisamente stuzzicante è la questione della difesa: Albiol ha giocato entrambe le amichevoli della Spagna dal primo minuto, mentre capitan Cannavaro non ha ancora collezionato un minuto in campionato. Quantomeno candidato, sì.
Fonte: il Corriere dello Sport
La Redazione
M.P.
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