L’ultima a salire a bordo del Frecciarossa delle 7:10 Milano-Napoli che la riporta a casa è stata una signora napoletana che è arrivata sul filo dell’orario di partenza. Gli agenti della Polfer e il personale di Trenitalia sono stati comprensivi, le hanno solo rivolto un piccolo rimbrotto: «Signora, poteva arrivare un pò prima». “Avete ragione – ha ribattuto – ho un figlio di otto anni che non vedo da due mesi, mi manca da morire». C’è poi uno studente di design che abita a Firenze: «Non vedo i miei genitori da 60 giorni, non so se tornerò, anche se Milano mi ha dato tanto». Tra i passeggeri in coda per salire a bordo del treno, in una stazione ‘blindatà in cui abbondano transenne e nastri per suggerire la distanza di sicurezza, che costringono a un tortuoso percorso di sicurezza, c’era anche Piercamillo Davigo, ex pm di Mani Pulite e ora diretto a Roma al Csm di cui è componente. Nessuna lamentela tra chi era in coda, contrariamente al passato. «In questi mesi abbiamo capito: c’è in gioco la nostra vita e quella delle persone a cui vogliamo bene», commenta una studentessa diretta in Puglia.
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