Lorenzo Del Pinto, ex giocatore del Benevento di De Zerbi e Farioli, ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai microfoni di TvPlay.it
Hai avuto Roberto De Zerbi come allenatore ai tempi del Benevento, ce lo puoi descrivere?
“Mi impressionò la chiarezza delle sue idee. Trasmetteva alla squadra sia carisma che voglia di vincere”
In quel Benevento, anche se era tra gli allenatori dei portieri, c’era anche Francesco Farioli. Ci puoi raccontare la sua personalità?
“Era un ragazzo molto, molto umile e riservato. Si vedeva che aveva una grande voglia sia di lavorare che di imparare. Trascorreva tantissimo tempo al pc, studiando tantissima tantica. Il suo segreto penso sia il gran lavoro che fa sia sul campo che fuori”.
Quindi non sei sorpreso da questo suo boom come primo allenatore? De Zerbi è il suo maestro?
“Mi aspettavo che potesse diventare un bravo allenatore, ma sempre come guida dei portieri. Poi ha cambiato e si sta rivelando un top allenatore. Lui è stato sicuramente influenzato dalla metodologia di De Zerbi”.
Il nome di Farioli è stato accostato tantissime volte a quello del Napoli, questo ‘matrimonio sa da fare’?
“Lo vedrei molto bene a livello tattico, perché il Napoli ha dentro di sé il 4-3-3. Gli azzurri stanno vivendo un momento di transizione e non è detto che con Francesco Calzona possa esprimere un bel calcio. Penso che comunque il team partenopeo sia un contesto giusto per Farioli. Molto probabilmente, come ha fatto Spalletti, metterebbe tantissima passione per il suo Napoli”.
Tornando a De Zerbi, ma già richiedeva i suoi mantra calcistici come le riaggressioni e le impostazioni dal basso?
“Sì, assolutamente: fu chiaro sin da subito come voleva che giocassimo”.
Quando vedi le gare del Brighton rivedi un po’ il tuo Benevento?
“Sì, perché le idee del mister sono quelle. Iniziare l’azione dal basso lo facevamo anche noi al Benevento. Poi, ovviamente, in questi anni il mister ha acquisito molta più esperienza”.
Il nome di De Zerbi è accostato in queste settimane a squadre come Liverpool e Barcellona, ti aspettavi questa sua carriera così brillante?
“Un po’ me l’aspettavo, perché i suoi principi di gioco sono stati sin da subito molto chiari. Ha una metodologia di allenamento diversa rispetto ad altri allenatori. Mi aspettavo che facesse il salto di qualità”.
Dove lo vedresti bene, Barcellona o Liverpool?
“Lui è un allenatore che si fa coinvolgere a 360 gradi, soprattutto quando ha carta bianca per poter allenare. Deve essere libero di lavorare, altrimenti potrebbero nascere dei problemi”.
De Zerbi o viene osannato, o viene criticato per essere troppo integralista. Che cosa ne pensi a riguardo? Perché un profilo come il suo divide così tanto?
“Il calcio è molto soggettivo: può piacere e non può piacere. Penso che sia difficile criticare un allenatore del genere, poi gli addetti ai lavori sono tanti. E’ soggetto a critiche perché il mister non le manda a dire e, magari, a qualcuno questo suo aspetto caratteriale può recare fastidio”.
William Scuotto per TvPlay.it
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