Le pepite d’oro del calcio europeo, Cavani e Falcao. Nati in febbraio tutti e due. Colombiano, il primo; uruguaiano il secondo. E’ il Sudamerica più ricco dell’era moderna con due attaccanti (diversi) le cui valutazioni si impongono nonostante il vento di crisi economica ed il fair play finanziario che Platini cerca di far diventare «regola». Nonostante l’ultimo povero mercato. Centoventi milioni di euro in due, non meno della metà per comprarne almeno uno. Cavani in Italia, blindato dal Napoli; Falcao in Spagna, messo in cassaforte dall’Atletico Madrid. Due Paesi che patiscono la crisi economica, riuscendo a preservare le miniere del calcio. Anche se arrivano sceicchi e russi e portano una valigia piena, zeppa di soldi. E’ il caso di Falcao, rifiutato all’Anzhi di Samuel Eto’o nonostante l’offerta di sessantasette milioni di euro; ed è il caso di Cavani trattenuto dal presidente De Laurentiis con un sensibile aumento dell’ingaggio nonostante la corte serrata del Manchester City ed un’offerta di cinquanta milioni di euro. Radamel Falcao Garcìa, classe 1986: nel 2007 gli argentini del River Plate si assicurarono il suo cartellino per due milioni di euro, due stagioni fa l’Atletico Madrid rimpiazzava con lui el Kun Aguero per una cifra (già) esorbitante di trenta milioni di euro. Con la tripletta rifilata venerdì sera al Chelsea (Supercoppa europea) Falcao si è confermato uomo delle finali anche a Montecarlo. I sigilli li aveva già messi nelle due Europa League conquistate rispettivamente con il Porto e con l’Atletico Madrid. Per qualcuno è il centravanti più forte al mondo, sessanta milioni sarebbero dunque una valutazione molto vicina alla realtà di un mercato, pur se «povero». Edinson Cavani, l’altro fronte dell’attacco. Quello meno radicato in area di rigore. Col Napoli ha realizzato sessantasei gol in due anni. E’ l’attaccante più duttile dell’era moderna. Finalizzatore come Falcao ma non solo: ripiega e aiuta la squadra in difesa. De Laurentiis, due anni fa, lo aveva soffiato all’amico Zamparini. Quindici milioni di euro, oggi blindato con una clausola da sessanta milioni. Il destino lega i due sudamericani. Cavani nel 2007 fu acquistato dal Palermo per cinque milioni di euro che andarono a risanare le casse del club uruguaiano del Danubio. Oggi è l’attaccante che ha l’ingaggio più alto del Sud Italia e, soprattutto, va sul mercato solo in cambio di sessanta milioni di euro. Italia e Spagna, merito ai due club (Atletico Madrid e Napoli) che finora hanno saputo e soprattutto potuto resistere ad offerte proibitive e trattenere i due più forti attaccanti del momento.
Alessandro Moggi, agente Fifa, conosce bene entrambi: «Cifre importanti che fondamentalmente servono a scoraggiare eventuali pretendenti. Sessanta milioni sono tanti, ma il valore va di pari passo alle prestazioni. Se si conferemeranno avranno sempre un mercato importante. Cavani è uno dei pochissimi attaccanti che oltre a far gol gioca per la squadra, Falcao è l’uomo area di cui oggi siparla tanto ma che già nel 2008 mi impressionava al River Plate. Ricordo, mi colpirono la tecnica, il fiuto e la grande eleganza delle movenze in campo. Lo proposi in Italia, nessuno ci vedeva così lungo».
Anche Dario Canovi, l’uomo che inventò la figura del procuratore e profondo conoscitore dei club spagnoli esalta le qualità di Falcao: «E’ la punta centrale più forte al mondo e quei soldi li vale tutti, mercato povero non povero. Non credo al fair play. Nessuno può impedire ad una società di calcio di farsi sponsorizzareper cento milioni e poi andare ad acquistare un calciatore per sessanta. Ci saranno sempre club pronti a sborsare milioni per due attaccanti così forti. Forse Cavani, rispetto a Falcao, vale un pochino meno e non me ne vorrà De Laurentiis. Il colombiano a livello europeo ha maggiore esperienza».
Luca Marchegiani, venerdì aveva commentato per Sky proprio la finale di Supercoppa tra Atletico e Chelsea. Aveva rivisto Falcao. «E’ il modo opposto a Cavani di interpretare il ruolo di attaccante. Il suo ambiente naturale è l’area di rigore, mentre l’uruguaiano è così forte proprio perchè spazia a tutto campo, è punta duttile che aiuta la squadra. Se valgono sessanta milioni? Probabilmente sì, ma credo che ce ne siano altri di attaccanti bravi con un valore inferiore. Loro due sono le cosiddette proposte indecenti ».
Attaccante forte era stato (anche nel Napoli) Bruno Giordano che è di parere opposto. «Hanno avuto una crescita straordinaria e siccome nessuno regala soldi, se ci sarà una squadra pronta ad acquistarli vuol dire che valgono. Falcao ha vinto di più in Europa, ma Cavani ha dimostrato di essere un finalizzatore straordinario. Crisi o non crisi, il calcio soprattutto in Europa non sarà mai povero»
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
La Redazione
S.D.
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