L’Europa sta meglio, l’Italia così così. Qualcuno pensa che il salary cap da solo avrebbe dato risultati altrettanto positivi, o che aggiungerlo alle nuove regole sarebbe stato ancora più utile. Ma qualcosa andava fatto e non si può negare che le finanze del calcio europeo – grazie all’insistenza di Michel Platini e Gianni Infantino – si siano ristabilite con il fair play Uefa. Lo spiega molto bene il report 2015 pubblicato a Nyon (curato dal responsabile del fair play Andrea Traverso): un rapporto che evidenzia i problemi del sistema italiano e, in particolare, di tre club che stanno cercando di riequilibrare i loro conti.
DEFICIT RIDOTTO — Nel 2010 c’era in Europa un deficit totale di 1,6 miliardi di euro: insomma, non era lontano lo spettro di una bancarotta. La situazione è cambiata. I bilanci del 2015 certificano oggi un negativo di appena 323 milioni. Cioè un “rosso” quasi fisiologico in un sistema di 54 campionati e poco più di 700 club che partivano da uno sprofondo. Aumentano ricavi globali, entrate tv, sponsor. Ci sono 25 tornei con un segno “più”, nel senso che guadagnano. Purtroppo, tra i 29 con un “meno”, il primato spetta all’Italia: il deficit è di 290 milioni, di fatto quelli di Inter, Milan e un po’ Roma…
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