Previsioni di mercato alla luce della prossima entrata in vigore, nella stagione 2013-2014, della disciplina del “Financial Fair Play” (FFP) voluta dall’Uefa per rendere il sistema-calcio più sostenibile nei costi e nella gestione.
Non è, infatti, un caso che i clubs più titolati d’Europa siano anche i più indebitati e, per questo motivo, la Uefa ha cercato di porre un freno alle spese folli affinchè, in futuro, possa venire premiata anche l’abilità nel gestire una società di calcio.
Ed, infatti, volenti o nolenti, il mercato calcistico è destinato a mutare poiché per partecipare alle Coppe Europee sarà necessario rispettare i parametri di bilancio imposti dall’Uefa e chi non sarà in regola rimarrà escluso dalle manifestazioni continentali ( es. nel 2013/2014, anno di entrata in vigore del FFP, il disavanzo non potrà esse superiore ai 45 mln di euro).
Tali dati dovranno esser ricavati dal bilancio che, quindi, dovrà esser obbligatoriamente in linea con i dettami imposti dal massimo organismo calcistico del Vecchio Continente che, si è promesso, di riuscire a portare i clubs Europei (dal 2017/2018) a raggiungere, nel giro di poche stagioni sportive, il cosiddetto break even, ovvero la parità di bilancio tra costi e ricavi.
Tutto ciò oggi potrebbe sembrare un’utopia.
In realtà è possibile produrre utili ed avere un bilancio in salute, anche nel mondo del calcio attuale.
Uno degli esempi che deve esser preso in considerazione, a tal fine, è sicuramente quello del Napoli del Presidente Aurelio De Laurentis che, a parte le colorite esternazioni, ha dimostrato di esser un imprenditore vincente anche nel mondo dello sport oltre che in quello dello spettacolo.
In realtà le similitudini sono molte tra i due settori poiché in entrambi si deve proporre al pubblico uno spettacolo apprezzabile affinchè gli spettatori si avvicinino e possano, da un lato, riempire le sale cinematografiche e, dall’altro, lo stadio San Paolo.
Ritengo che il Napoli sia la società che, meglio di molte altre in Europa, abbia colto l’occasione per adeguarsi al meglio alla nuova filosofia del Fair Play Finanziario e, pertanto, abbia anticipato i tempi rispetto alle concorrenti.
Ricordiamo che il Presidente De Laurentis era giunto al capezzale del Napoli quando gli azzurri militavano nella ex Serie C ed ha costruito un progetto sportivo che è giunto sino alla Champion’s Leaugue nel giro di poche stagioni, passando da una realtà fallimentare ad una situazione di virtù aziendale.
La mossa vincente del Presidente, e dell’ex dg Azzurro Marino, è stata, inizialmente, quella di investire su Napoli e i Napoletani, più che sui giocatori: la prova dell’assunto che è data dal fatto che vi è stato un incremento quasi pari al 100% per merchandising e licensing grazie, ovviamente, alla riposta dello splendido pubblico partenopeo.
Sciarpe, maglie, cappelli e tanti altri oggetti sono divenuti in breve souvenir ambitissimi che, guarda caso, rientrano in quelle voci di bilancio, merchandising e licensing che hanno conseguito un vero e proprio boom nell’ultimo esercizio.
Inoltre non dimentichiamo che il San Paolo è stadio dotato di ben oltre 60.000 posti a sedere e, non è un caso, che biglietti e abbonamenti, cui devono esser ovviamente aggiunte le percentuali sugli incassi esterni, costituiscono altra voce di bilancio che per molte altre società esiste solo sulla carta.
Quanto ai diritti TV, invece, restano una componente molto importante dei ricavi azzurri che pesa quasi per il 50% sul totale degli introiti.
Infine lo sfruttamento dei diritti di immagine ha consentito di aumentare anche il gettito derivante da sponsorizzazioni e pubblicità.
Gli stipendi di giocatori e tecnici, invece, continuano a rappresentare una voce importante dei costi che, tuttavia, sono aumentati per consentire l’accesso della squadra in Champion’s League grazie all’acquisto di giocatori di grande qualità, avvenuti comunque nel rispetto della politica economica impostata dal Presidente.
In conclusione è corretto sostenere che il Napoli rappresenti un esempio positivo di gestione calcistica in considerazione del fatto che il Fair Play Finanziario è stato introdotto per consentire alle società di autofinanziarsi incentivando le fonti di reddito alternative come licensing, merchandisig, sponsorizzazioni e attività commerciali nelle quali i dirigenti Parteneopei hanno dimostrato di esser maestri.
Per competere ai massimi livelli, infine, servirebbe lo stadio di proprietà dove poter ulteriormente incrementare suddette fonti di reddito alternative ma è altrettanto chiaro che, sul punto, si tratta di una partita il cui esito non dipende solo dal Presidente De Laurentis.
La Redazione
P.S.
Fonte: TMW
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro