Nessun napoletano l’ammetterà, perché non esiste un napoletano che non sia scaramantico. Ma quel che è certo è che dopo la partita con il Chelsea gli azzurri possono arrivare. Passare il turno. Insomma, possono osare laddove non riuscì ad osare neppure il Napoli dell’87 e nemmeno quello del ’91. Insomma, toccare il cielo con un dito, quel cielo che riuscì solo a sfiorare il Napoli inarrivabile, inaffondabile, il Napoli dei sogni, il Napoli di Maradona. Il 3 a 1 dell’altra sera parla chiaro. Può sembrare blasfemo ma Lavezzi può superare Dieguito. Anche senza aver vinto uno scudetto. Anche senza aver manco giocato nel Mondiale. Maradona infatti ha avuto uno storia piuttosto infelice in Europa, in quella che allora si chiamava ancora Coppa dei Campioni. Dopo il primo scudetto, la squadra di Diego beccò al primo turno il fortissimo Real Madrid di Hugo Sanchez e Butrageno. Era un undici fortissimo, tutto fantasia e follia, tutto estro e giocate fuori dal comune. Il suo limite fu di essere acerbo. E infatti nella partita di andata commise due errori d’immaturità e se ne tornò a casa con un secco due a zero. Al ritorno il San Paolo fu una bolgia infernale, il Real sembrava stordito e prese l’uno a zero su una ribattuta di Francini al 10′. E fu proprio Francini a sbagliare il passaggio decisivo che permise di far scattare il contropiede che portò al pareggio del El Buitre e alla chiusura dei conti. A quel punto Maradona e compagni ne avrebbero dovuti fare altri tre: impossibile. Lo stadio si gelò quella calda serata di metà settembre di un quarto di secolo fa. Quattro anni dopo il Napoli si presentò di nuovo in Coppa Campioni. Era un Napoli più maturo e più solido, ma con un Maradona che, finito il Mondiale di Italia’90, si era rituffato nella cocaina. Nella competizione europea, gli azzurri passeranno il primo turno con gli ungheresi dell’Ujpest Dozsa ma negli ottavi crolleranno a Mosca con un Dieguito, ormai già ombra di se stesso, che non volle partire con la squadra e che partì dalla panchina. E sbagliò il rigore decisivo. Stavolta Lavezzi e soci non hanno sbagliato e ne han già fatti tre di gol. Certo, a Londra sarà tutt’altra storia. Però sognare è lecito. Persino ai napoletani. Un popolo costretto a soffrire. La disoccupazione e la camorra. E andando a ritroso nella storia la fame, il colera, la carestia, l’occupazione nazista e quella alleata, la dominazione straniera. È per questo che i napoletani festeggiano tanto. A loro, popolo di straccioni, basta aver stracciato per una sera i ricchi e blasonati inglesi dell’aristocratico quartiere londinese di Chelsea. Basta aver annientato l’ivoriano Drogba, uno al quale sono stati offerti 23 milioni a stagione, una cifra con la quale ci si paga tutto il Napoli per un anno. Aver visto svanire Cole e Lampard, Essien e Sturridge. Insomma, basta aver goduto una notte. Perché solo di notte i sogni si possono avverare.
Fonte: il Tempo
La Redazione
M.V.
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