Fabio Montezine: “L’esperienza a Napoli è stata indimenticabile”

Un tuffo al cuore quando ci ha rimesso piede. Da quando andò via, infatti, Fabio Montezine al San Paolo non era più tornato. Sette anni fa. Giusto dopo il fallimento della società. De Laurentiis rimise in piedi il club e lui, invece, andò da un’altra parte. Una stagione all’Avellino, poi in Qatar, dove ancora gioca: nell’Al Rayyan e, dopo la naturalizzazione, anche in Nazionale. Brasiliano, trentatré anni a febbraio prossimo, mancino dal tocco elegante, 77 volte azzurro in tre stagioni, compagno di squadra di Stellone e Vidigal, Dionigi e Floro Flores, Marcolin e Jankulowski, giusto per ricordarne alcuni, Montezine ebbe solo la sfortuna di vivere gli anni della decadenza azzurra. 

Eppure Napoli non l’ha dimenticata, vero Montezine?
«E’ così. Infatti, seppure dopo sette anni, sono tornato qui con la mia famiglia per trascorrervi il Natale».

E l’altra sera era allo stadio.
«Che bella sensazione! In un attimo ho rivissuto tutta la mia esperienza azzurra. E’ stato bello. Veramente bello».

E non era solo.
«Ero con mio figlio, Gianluca. Ha undici anni e da sei vive nel Qatar. Praticamente non ha mai visto il vero calcio. Ora lo conoscerai, gli ho detto. E l’ho portato allo stadio».

Questo prima della gara. Poi, alla fine?
«Alla fine tantissima amarezza. Volevo vedere il Napoli vincere, invece è andata male. Intendiamoci: la partita è stata pure bella, ma il risultato proprio no».

S’aspettava un Napoli diverso?
«Complessivamente il Napoli non m’è dispiaciuto. Ha giocato con voglia, con temperamento ed ha creato anche un mucchio di occasioni».

Però?
«Però è venuto meno all’ultimo momento. Nell’ultimo passaggio, nell’ultimo tiro. Ma bisogna dire pure un’altra cosa: non ha avuto fortuna. L’arbitro ha annullato a Cavani un gol che già sul campo era sembrato regolare e non ci fosse stato quel clamoroso errore di Hamsik a un metro dalla porta, ne sono certo, il risultato sarebbe stato un altro». 

Quindi, lei il Napoli l’assolve?
«Sì, l’assolvo. Un momento negativo non può far dimenticare quanto di buono abbia fatto sino ad oggi. Anche se non si può negare che contro la Roma ha sprecato un’occasione d’oro per recuperare punti».

Sia sincero: a questo punto il Napoli deve dire addio anche al terzo posto?
«Macché. Il Napoli ha solo bisogno di una serie di partite positive. Per ora non ha compromesso proprio niente. Chiaro: se perde ancora?».

In tanti danno alla Champions la colpa di questo campionato balbettante.
«E io mi unisco a loro. Essere protagonista contemporaneamente in tutti e due i tornei non è facile per nessuna squadra. Sono d’accordo con chi afferma che il Napoli paga in campionato il suo fantastico percorso in Champions».

Da quanto tempo non vedeva il Napoli?
«Più o meno da una settimana. Nel senso che in tv lo seguo sempre. Difficilmente mi perdo una partita. Vuole sapere chi sono i miei azzurri preferiti? Sono tre: De Sanctis che reputo davvero un gran portiere; Cannavaro, che è tra i difensori più forti di questo campionato; infine Lavezzi, per il quale trovo inutile anche cercare gli aggettivi giusti. Lui è l’anima del Napoli. Non fosse uscito per infortunio, il Napoli avrebbe avuto più chance di pareggiare almeno. Dovrà stare fermo per un mese e forse più? Ecco, questo è un bel problema. Ma per fortuna ora si ferma tutto: c’è la sosta»

Visto da lontano, il Napoli com’è? In Qatar, ad esempio, ha credito, buon nome?
«E’ conosciutissimo. E apprezzatissimo. L’ho vissuto anche di persona. Quando arrivai lì, bastò dire che avevo giocato nel Napoli per essere accolto come un gran calciatore. A loro non importò neppure sapere se avevo giocato in serie A oppure in B. Il nome Napoli era già una garanzia».

E da grande ha deciso cosa fare? Resterà nell’Emirato?
«In verità il mio sogno è tornare a giocare in Europa. Anche soltanto per una stagione. Sia chiaro, in Qatar ci sto bene, però in quel calcio manca la tensione agonistica che si vive in Italia, o in Spagna, Francia, Germania?».

Per riviverla domani tornerà allo stadio?
«Mi piacerebbe assistere anche a Napoli-Genoa, certo. Ma a questo punto ho un po’ di paura. Sono tornato e il Napoli ha perso. Insomma, non vorrei vivere un’altra delusione e neppure vorrei che nel malaugurato caso che? si dicesse: c’era Montezine anche stavolta? Scherzi a parte, so come finirà: s’avvicinerà l’ora della gara e non mi basterà guardarmela in tv».

Vesux

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