A 32 anni promosso nella squadra degli arbitri del campionato di B. Una finestra sulla A. «Questo è un importante traguardo intermedio», spiega Fabio Maresca, che ha compiuto il passo in avanti dopo la brillante stagione in Lega Pro: martedì il presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, ha ufficializzato la sua promozione. Napoletano del Vomero, ha cominciato ad arbitrare a 16 anni, dopo essere stato discreto calciatore in squadre giovanili. «E questo mi ha aiutato. Ho deciso di iscrivermi al corso della sezione Aia di Napoli, che allora si trovava proprio nel mio quartiere, per amore del calcio. Mi considero un fortunato perché posso vivere questo meraviglioso sport all’interno del rettangolo di gioco».
Cinquecento partite dirette in tutte le categorie, la prossima sarà tra i cadetti e potrebbe esservi nella stagione 2013-2014 anche la possibilità di un’apparizione in A, come previsto nell’ambito della collaborazione tra i designatori. «Sono orgoglioso di avere raggiunto questo traguardo perché la concorrenza è notevole. Gli arbitri in Italia sono 35mila e per i campionati di A e B ve ne sono 48. Ho fatto tanti sacrifici, condivisi con la famiglia e il presidente della sezione, Gregoroni. La soddisfazione è ancora più forte perché da quasi mezzo secolo Napoli non ha un arbitro in A». Maresca, che si è totalmente dedicato all’arbitraggio, spera di essere il prossimo. «Perché non c’è stato finora un arbitro napoletano nel massimo campionato? Forse perché qui vi sono maggiori distrazioni e interessi, non so. L’arbitro di un paese, a differenza dell’arbitro di una metropoli, viene identificato con quel luogo e le motivazioni sono forti».
Indiscutibili quelle di Maresca, che ringrazia il designatore della Lega Pro, Farina, e il presidente della sezione Aia di Napoli, Gregoroni, per i consigli ricevuti in questi anni, utilissimi per compiere la scalata in B. «Una finestra aperta sulla A, appunto. Dovrò continuare a lavorare bene come ho fatto in questi anni». Dialogo e pugno di ferro? Come si regola con i calciatori? «Preferisco che siano gli altri a giudicare il mio stile in campo: l’arbitraggio è la mia passione e aver giocato mi aiuta ad avere maggiore sensibilità».
Allenamenti allo stadio Collana, anche sei volte a settimana. Ma l’arbitro napoletano tifa Napoli? «Tifa per la Nazionale e per la squadra degli arbitri». Triplice diplomatico fischio.
Fonte: Il Mattino.
La Redazione.
D.G.
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