La carriera l’ha cominciata con il Napoli e l’ha conclusa, almeno quella italiana, con la Juve. Fabio Cannavaro, 39 anni, un passato da grande difensore e un futuro da allenatore, ha un fratello capitano azzurro e tanti amici in bianconero, a cominciare da Gigi Buffon, suo erede come titolare della fascia in Nazionale.
Juve o Napoli: da che parte sta?
«Quella del Napoli, ovviamente. È la squadra per la quale ho cominciato a tifare quando avevo otto anni e c’ero anche io in campo nella domenica del primo scudetto: da raccattapalle feci il giro d’onore con Maradona e gli altri azzurri. Alla Juve ho vissuto una importante esperienza professionale e ho vinto, però il Napoli è la squadra della mia città e mio fratello ne è il capitano».
Sarà questa la sfida scudetto?
«Non ho dubbi. Dopo cinque anni di ottimo lavoro il Napoli ha raggiunto la maturità per aspirare a questo obiettivo. De Laurentiis e Mazzarri hanno tracciato la strada. Non c’è più Lavezzi, ma è tornato Insigne. È partito Gargano, ma è arrivato Behrami. La società è intervenuta per completare la rosa e renderla più forte e competitiva. I primi due mesi sono stati incoraggianti, a parte la sconfitta in Supercoppa contro la Juve. Anche i risultati del precampionato contano, se gli avversari sono di statura internazionale».
La Juve ha l’impegno in Champions League: rischia di perdere qualche battuta rispetto al Napoli?
«Si vedrà nel corso della stagione. Conte ha giocatori di esperienza e una panchina forte, può quindi reggere il doppio impegno. È vero, però, che la Juve non è stata particolarmente brillante nella gara di campionato giocata dopo il primo match di Champions a Londra».
Cavani potrebbe fare la differenza? Conte non ha il bomber da oltre venti gol a campionato.
«Cavani è un attaccante straordinario sotto l’aspetto dei numeri e delle prestazioni, perché segna tanto e offre un importante contributo alla fase difensiva. La differenza la farà la fame di vittorie, più che un giocatore. Conte non avrà Cavani, però ha centrocampisti che segnano, come Marchisio e Vidal. Ecco, Mazzarri dovrebbe augurarsi di vedere più gol da parte di giocatori di altri reparti: contano tanto».
Il contratto dell’allenatore del Napoli scade a giugno: sarà il suo ultimo campionato qui?
«Tutti i tifosi sperano che Mazzarri resti per altri tre o quattro anni. La decisione di non rinnovare il contratto non la interpreto in maniera negativa, ma come uno stimolo che l’allenatore ha voluto dare a se stesso e ai giocatori: non ci si deve rilassare, c’è tanto ancora da fare».
Tra i segreti del Napoli ci sono Paolo Cannavaro e la migliore difesa del campionato.
«Anche nelle precedenti stagioni mio fratello e i suoi compagni hanno giocato su alti livelli. Noto adesso una maggiore determinazione: se la squadra vince per 3-0, non cala l’intensità dei difensori perché non vogliono prendere gol. È questo che fa la differenza».
Suo fratello campione d’Italia: ci pensa mai?
«Ci penso e lo spero. Paolo offre da anni eccellenti prestazioni: è un difensore affermato sul piano internazionale. Vorrei che il Napoli vincesse perché io sono napoletano e soprattutto perché Paolo Cannavaro è il capitano: so quanti sacrifici ha fatto per arrivare così in alto, merita una grande soddisfazione».
Un consiglio al Napoli da chi ha vinto tanto in Italia e in Spagna?
«Le vittorie si costruiscono giorno dopo giorno. Ci saranno le sconfitte, l’importante è riscattarsi dopo un passo falso. Come ha fatto il Napoli dopo Catania, che poi un passo falso non era perché la squadra aveva conquistato un punto, utile per mantenere l’imbattibilità. Ma che vittoria, tre giorni dopo, contro la Lazio».
La forza mentale più che quella tecnica?
«I campioni aiutano a vincere, non c’è dubbio. Ma quello che veramente conta è la voglia, la fame. Ho avuto la possibilità di giocare in grandi club ma non in tutti ho vinto. Vi sono riuscito là dove, grazie alla squadra e all’allenatore, emergeva una mentalità forte, una costante cura dei particolari per arrivare al successo, anche per quanto riguarda la vita privata e l’alimentazione. Sotto questo aspetto, i giocatori del Napoli e della Juve sono fortunati: li guidano Mazzarri e Conte, grandi allenatori e straordinari motivatori».
Fonte: Francesco De Luca per “Il Mattino”
La Redazione
C.T.
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