Fabio Cannavaro ha ottenuto la sanatoria del corpo di fabbrica della villa di Posillipo, mentre dovrà abbattere alcune opere al momento ritenute non sanabili. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, al termine di un iter giudiziario che va avanti da oltre cinque anni.
Difeso dagli avvocati Roberto Guida e Luigi Pezzullo, Fabio Cannavaro ottiene una parziale (ma per molti versi decisiva) vittoria dal Consiglio di Stato: il corpo di fabbrica della splendida dimora di Posillipo viene sanato, c’è un permesso per costruire in sanatoria che valuta l’intervento edilizio in linea con i vincoli paesaggistici della zona; altra storia invece per le opere cosiddette «esterne» rispetto all’originario corpo di fabbrica: dovranno essere abbattute, occorre ripristinare lo stato dei luoghi. Di quali strutture parliamo? O meglio: quali sono le aree «esterne» destinate ad essere abbattute? Stando ad indiscrezioni, non potranno essere sanate un piccolo caseggiato, una vasca attrezzata e una pavimentazione collocata in una isola superiore rispetto all’impianto originario.
Tutto giù per terra, in questi casi, salvo colpi di scena, in una partita che da sempre si gioca sul doppio tavolo, quello amministrativo e quello penale. Uno scenario in cui Fabio Cannavaro ha deciso di nominare il fratello Paolo come custode giudiziario della struttura. Sarà lui – l’attuale difensore del Napoli di De Laurentiis – a svolgere il ruolo di responsabile per quanto sarà messo in campo nella dimora posillipina.
Splendida, la villa bianca di via Petrarca. Quasi invisibile da terra, può essere ammirata solo da chi costeggia il golfo, proprio per il modo in cui è stata concepita: esattamente al centro di due pini secolari, due esemplari di quella cartolina di Napoli che resiste arroccata sulla collina del golfo di Napoli. Nel 2006 le indagini condotte dal pm Giuseppe Noviello, ipotesi di abusi edilizi in atti d’ufficio, oltre al calciatore finirono coinvolti anche costruttori e tecnici di Palazzo San Giacomo. Da allora, c’è stata una partita a scacchi, in una partita segnata da una vera e propria altalena giudiziaria.
Vicenda controversa, (che almeno da un punto di vista penale rischia di finire in prescrizione), quando fu la Procura di Napoli a imporre i sigilli al buen retiro napoletano dell’ex campione del mondo. Sigilli, lo stop a ogni intervento edilizio, l’inchiesta.
Un caso all’epoca coordinato dalla sezione urbanistica del procuratore aggiunto Aldo De Chiara (da sempre attento al rispetto del patrimonio ambientale), una vicenda che si è poi sviluppata sul doppio binario. L’ultima parola è toccata però al Consiglio di Stato, che ha disposto la possibilità della costruzione in sanatoria, con un provvedimento che sembra per altro in linea con altre soluzioni adottate sullo stesso costone posillipino. In esecuzione della sentenza del supremo organo di giustizia amministrativa, qualcosa è destinato a muoversi nella villa bianca di Fabio Cannavaro.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro