Diciassette anni fa, l’ulti- mavolta che il Napoli aveva vin- to a San Siro contro l’Inter, in campo c’era Fabio Cannavaro, ieri sera in tribuna, formalmen- te per accompagnare nel suo tour italiano il presidente dell’ Al Ahli, Abdullah Saeed Al Na- boodah (oggi saranno a Torino per Juve-Milan), in cuor suo ti- fando Napoli: «Al cuore non si comanda. Il mio presidente a un certo punto mi chiedeva co- sa cantassero i tifosi napoleta- ni.Difficile da tradurre,ma l’en- tusiasmo della nostra gente mi commuove. La città ha bisogno di questi scatti d’orgoglio».
L’orgoglio è anche un altroCannavaro protagonista in campo. «Non mi stupisce la prestazio- ne di Paolo. Da un po’ si espri- me ad alti livelli e sa dare i tem- pi giusti alla difesa».
Ma il rigore non c’era… «D’accordo. Però il Napoli ha in- terpretato la gara in maniera perfetta. Sfruttando il minimo errore e poi controllando. Gran- de prova di personalità, 4 gior- ni dopo la spettacolare vittoria col Villarreal».
Dove può arrivare questa squadra? «È presto per dirlo. Serve conti- nuità nel tempo ma la squadra è costruita bene ed è allenata in maniera equilibrata da Mazzar- ri, che è stato capace di farla cre- scere progressivamente, in due stagioni».
Cosa l’ha colpita di più degli azzurri? «La mediana. Inler e Gargano sono la chiave del successo: hanno avuto il predominio in mezzo al campo. Coppia ben as- sortita e moderna per dinami- smoe capacità di recuperar pal- la e ripartire».
E l’Inter? «Ne parlavo col mio amico Sneijder, compagno di squadra a Madrid, col quale ho visto la partita. Stanno attraversando un periodo delicato ma si ri- prenderanno. Anche Wes ha vi- sto un grande Napoli».
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Redazione
S.D.
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