Cerca
Close this search box.

Fabio Cannavaro: «Paolo adesso tocca a te alzare la Coppa, io tifo Napoli»

«Io apprezzo e rispetto il club bianconero ma il Napoli è la passione di una vita»

Ieri sera all’Allianz Arena per la finale di Champions League. «Mi dispiace, non potrò essere all’Olimpico per Juve-Napoli: domani a Dubai c’è la sfida tra l’Al Ahli e Al Shabab per la coppa degli Emirati Arabi». Fabio Cannavaro, diventato manager dell’Al Ahli dopo aver chiuso la carriera, non ha dubbi per l’ultimo atto di Coppa Italia. «Tifo Napoli, la passione di una vita: parte alla pari contro la Juve», dice il capitano dei campioni del mondo del 2006, ritrovati nei giorni scorsi a Coverciano per il corso di allenatore. «Otto ore di lezioni al giorno, tra teoria e pratica. Prenderò il patentino di tecnico e poi, in autunno, quello di direttore sportivo. Non so ancora cosa farò, ma resterò nel calcio: è la mia vita».

Cannavaro, il Napoli e la Juve: una storia che comincia il 7 marzo 1993.
«Avevo 19 anni quando Bianchi mi fece esordire a Torino in serie A. Ho vissuto tante gioie nel calcio, arrivando fino alla conquista della Coppa del mondo, ma l’emozione della prima volta non si scorda mai».

Quei due scudetti con la Juve li ha vinti o no?
«Ventotto o trenta… Potremmo parlarne fino a domani… Io quegli scudetti li ho vinti sul campo con i miei compagni, le medaglie sono a casa e nessuno le porterà via. In quei campionati noi abbiamo asfaltato gli avversari».

Ha giocato più nella Juve che nel Napoli, però non ha dubbi: stasera tifa per gli azzurri.
«Mi sarebbe piaciuto vivere questo evento, dopo venticinque anni il Napoli ha la possibilità di vincere la Coppa Italia e Paolo, mio fratello, è il capitano della squadra. Io sono da sempre tifoso del Napoli. Da ragazzo puoi odiare o amare la Juve: io vi ho giocato, l’ho conosciuta e apprezzata perché è un club con il maggior numero di italiani in organico, perché ha costruito il proprio stadio e ha creato la school per i giovani. Ma il Napoli è la squadra della mia città».

Un altro Cannavaro può alzare stasera la Coppa, a cinque anni e dieci mesi dalla notte di Berlino.
«Il Mondiale non si può paragonare con la Coppa Italia. Ma per Paolo, che ha fatto del Napoli la sua Nazionale, sarebbe una gioia immensa e meritata: secondo napoletano dopo il mitico Juliano a ricevere questo trofeo. Paolo ha dovuto sopportare ingiustamente il peso dei paragoni con me. Ha fatto errori e cose buone, come tutti i calciatori, però i suoi sbagli sono stati rimarcati di più».

È una sfida alla pari?
«Assolutamente sì. Nella mia carriera ho spesso vinto le finali nelle quali partivo sfavorito, anche quella del 2006 contro la Francia: arrivammo ai rigori grazie alla nostra voglia di vincere e al nostro carattere».

Il Napoli un po’ come la Nazionale di Cannavaro e Lippi?
«Il Napoli deve fare il Napoli, giocando a ritmi alti e aggredendo gli avversari. Chi vincerà più duelli, porterà la Coppa a casa».

È la notte degli addii: quello di Del Piero è certo.
«So cosa passa nella testa di Alex in queste ore. È rimasto soltanto Totti della mia generazione, quella che cominciò a vincere con l’Under 21 a metà degli anni ’90 ed è arrivata in cima al mondo a Berlino. Un po’ di tristezza c’è».

Il congedo di Lavezzi, invece, è molto probabile.
«Non è detto che chi lascia una squadra non ami più quella maglia: mi farebbe piacere se i tifosi del Napoli lo capissero, non fischiassero Lavezzi e lo ringraziassero per quanto ha fatto a Napoli. Le cose si decidono in due, mai da soli: mi riferisco al calciatore e alla società. C’è una cultura diversa in Spagna: ho giocato con il Real Madrid e là sono ricordati con affetto tutti i calciatori che hanno indossato la cameseta blanca. In Italia chi va via passa per un traditore, un mercenario…».

A Roma c’è preoccupazione per le tifoserie: la città è blindata.
«Ci saranno tante famiglie, speriamo che sia una grande notte di sport e di gioia. Ne ho parlato con Zola poco prima della finale di Champions League. Noi che viviamo all’estero ci auguriamo che dal calcio italiano arrivino sempre immagini positive perché altrimenti c’è il rischio di un contraccolpo per la credibilità del movimento. I fatti di Genova sono stati già una mazzata: i club non possono essere schiavi di un manipolo di violenti».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

Sartoria Italiana
Vesux

I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo blog è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. - Tutti i diritti riservati Vietata la riproduzione parziale o totale dei contenuti di questo portale Tutti i contenuti di IamNaples possono essere utilizzati a patto di citare sempre IamNaples.it come fonte ed inserire un link o un collegamento visibile a www.iamnaples.it oppure al link dell'articolo.