Paolo Cannavaro, Campione del Mondo nel 2006 ed ex difensore del Napoli, analizza, in un intervista rilasciata al Mattino in edicola oggi, l’avvio poco incoraggiante della nuova squadra allenata da Sarri.
Un punto nelle prime due partite e due rimonte subite: che impressione dà il Napoli a Cannavaro?«Quella sera al San Paolo ho avvertito una sensazione strana, non per quello che ho visto in campo, ma per l’atmosfera. Troppo scetticismo intorno alla squadra».
I primi risultati non sono stati incoraggianti, però.«Ma il Napoli ha cambiato tanto. Nuovo allenatore, nuovi giocatori. È ovvio che il tifoso voglia i risultati, anche subito, ma la squadra va attesa. Sarri ha idee, le ho viste nei primi cinquanta minuti della partita con la Samp, poi sono emersi gli avversari: Zenga mi ha detto che mai aveva allenato un gruppo di giocatori così forti. Le gare sono così, ci sono momenti in cui comandi e altri in cui soffri. In questa fase il Napoli fatica ad essere squadra».
La difesa, a dispetto del ritorno di Reina, appare ancora fragile: sarebbe servito un forte centrale, superiore a Chiriches?«Credete che ce ne siano tanti in giro? Un giocatore forte migliora il complesso, ma è il reparto che deve funzionare a pieno regime e questo è possibile soltanto
lavorando sui movimenti. È una questione di concetti da assimilare, di letture del gioco, di tempi. Nessun allenatore al mondo ha la bacchetta magica. E consideriamo che l’errore individuale c’è e ci sarà sempre».
Ma è così complicato cambiare mentalità per un difensore, passando dall’attenzione per l’avversario a quella per la palla? «Due miei ex compagni, Rogazzo e Troise, hanno studiato nella scorsa stagione gli allenamenti di Sarri a Empoli e sono stati colpiti dal suo sistema di lavoro, diverso da altri. Ecco perché occorre tempo per apprendere fino infondo certi meccanismi e questo può esporre ad errori. Il periodo di adattamento va concesso. I risultati,ovviamente, favoriscono questo processo».
Può essere delicata anche la partita a Empoli?«In questo momento è preferibile una trasferta per il Napoli, perché l’aspetto psicologico è determinante. Occorre tranquillità per la gestione della gara dopo aver subito due rimonte. So per esperienza diretta che non è semplice giocare a Fuorigrotta».
Qual è la prospettiva del Napoli?«Un buon posizionamento in classifica, per ora. Dipenderà poi da quanti gol faranno Callejon, Mertens, Insigne e Gabbiadini: è fondamentale il loro contributo oltre a quello di Higuain».
Tira una bruttissima aria in Curva A,dove c’è stato un accoltellato in un regolamento di conti tra clan.Prima di diventare campione, Cannavaro è cresciuto in Curva: che ne pensa?«Quei tempi erano diversi. Fa male leggere e vedere tutto questo. La gente che ama il calcio è stanca di assistere ad accoltellamenti, risse,violenze di ogni genere. Si dice che lo stadio deve essere un luogo per i bambini e per le famiglie,ma si fa fino in fondo tutto affinché questo accada?Facciamo sempre lo stesso esempio,ma è pur vero che in Inghilterra il fenomeno è stato arginato e che gli stadi sono diventati sicuri. Bisogna darsi una regolata, non si può perdere altro tempo su questo fronte, perché a livello internazionale gli stadi sono migliorati e il calcio è cambiato. In Italia, non soltanto a Napoli, purtroppo no».
Riparte oggi il campionato sottosopra: ne vedremo ancora delle belle?«Stranissimo questo avvio, ma alla lunga i reali valori emergeranno. Pensare al Torino o al Sassuolo in lotta per lo scudetto sarebbe bello, però è difficile. Mai così male era partita la Juve nella sua storia,tuttavia credo che il campionato, quello vero,cominci da questa giornata. Sono curioso di vedere come finirà il derby di Milano e anche quello nuovo laziale: la Roma è stata grande contro la Juve, nel suo stadio, e magari potrebbe soffrire a Frosinone».
Fonte: Il Mattino
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