Quella ”bambina”, la coppa di campione d’Europa, l’ha sfiorata. Dodici anni fa, quando l’Italia perse la finale contro la Francia per il golden gol di Trezeguet. Si sarebbe rifatto, Fabio Cannavaro, sei anni dopo. E con gli interessi, alzando la Coppa del mondo nel cielo di Berlino dopo aver battuto ai rigori proprio i Bleus.
Il capitano mondiale sarà a Kiev per la finale degli Europei?
«Mi piacerebbe, però ho visto in tv le precedenti partite e allora resto qui, a Napoli, per ragioni scaramantiche».
Italia all’ultimo atto: chi l’avrebbe mai pensato un mese fa, dopo il ko contro i russi per 3-0 in amichevole?
«Sono felice. Abbiamo dimostrato che il calcio italiano non è così brutto come si dice o si pensa. Si parla della Spagna e della sua generazione di fenomeni, però cos’aveva vinto questa nazionale fino agli Europei del 2008? Noi italiani abbiamo una storia calcistica lunga cent’anni e abbiamo vinto quattro Mondiali. Dovrebbero essere gli altri ad invidiarci e invece… Non sappiamo promozionarci, ecco».
In che senso?
«Siamo abituati a guardare, e ad ammirare, l’erba del vicino. Ma non è così verde come ci sembra. Abbiamo dato lezioni calcistiche all’Inghilterra e alla Germania, pure alla Spagna, perché nell’esordio degli Europei abbiamo giocato meglio dei campioni in carica. Per fortuna, la nostra scuola si sta riaffermando, anche grazie ad allenatori che vanno all’estero e ottengono successi dovunque».
Prandelli non ha proposto il calcio della vecchia scuola italiana.
«Un luogo comune. L’altra sera rivedevo le immagini della semifinale mondiale contro la Germania, finimmo la partita con quattro attaccanti. Se l’Italia gioca in un certo modo, è catenaccio. Se nello stesso modo gioca il Chelsea campione d’Europa, è organizzazione difensiva».
Giocava meglio l’Italia del 2006 o questa?
«Quella Nazionale giocò ottime partite contro Ucraina, Repubblica Ceca, Ghana, Germania. Questa gioca bene e ha corsa: gli azzurri sono in una condizione fisica eccellente, corrono più degli altri».
E c’è stata anche la reazione dopo le polemiche: sei anni fa quelle per Calciopoli, un mese fa quelle per il calcioscommesse.
«Altro luogo comune. Non si vince per reagire agli scandali. Si vince perché ci sono qualità, corsa, uno studio tecnico e tattico. Vinci perché sei più forte degli altri. Io ero fiducioso sulla Nazionale, anche se non la immaginavo in finale. Vi erano squadre superiori come la Germania, eppure gli azzurri sono stati straordinari e continueranno su questa strada oggi, in finale».
Si possono battere i campioni d’Europa e del mondo?
«La Spagna mi ha deluso sul piano del gioco e dell’intensità, è riuscita a superare la semifinale soltanto perché il Portogallo ha commesso molti errori. Gli Europei sono differenti dai Mondiali, c’è un turno in meno: dopo il girone si accede ai quarti. La Spagna è temibile perché ha giocato le ultime tre finali di Europei e Mondiali, però anche l’Italia ne ha fatte tante in dodici anni: ricordiamolo. E poi: Pirlo, un campione da Pallone d’oro, e De Rossi sono forse inferiori a Xavi e Iniesta? Anche in panchina: Thiago Motta equivale a Busquets. Sono bravi, gli spagnoli, specie quando tagliano i difensori alle spalle. Ma sono convinto che ci temano».
Glielo hanno detto i suoi ex compagni del Real Madrid, il club in cui ha giocato dal 2006 al 2009, vincendo due volte la Liga e una Supercoppa di Spagna?
«Ho mandato sms a Casillas e a Buffon. Iker è grande, ha istinto ed è bravo nell’uno contro uno. Ma lui sa cosa penso di Gigi: è il Maradona dei portieri».
La ”bambina” potrebbe alzarla lui al cielo di Kiev.
«La ”bambina”… Chiamai così la Coppa del mondo, riconsegnata quattro anni dopo alla Spagna. Auguro a Gigi questa gioia, la merita. Eguaglierebbe Zoff, l’unico portiere italiano ad aver vinto Europei e Mondiali. Buffon tiene ai record».
Dal flop mondiale del 2010 alla finale di Kiev: cosa è cambiato?
«Prandelli ha trasformato la squadra. Nella sua Nazionale rivedo qualcosa del 2006. Ad esempio, Lippi volle portare Totti che era reduce dal grave infortunio e Prandelli ha voluto Cassano dopo l’operazione al cuore. Sia chiaro: i risultati non risolvono i problemi del calcio italiano, bisogna puntare di più sui settori giovanili e soprattutto creare nuovi stadi perché altrimenti non ci sarà appeal. Gli impianti belli e funzionali sono in tutto il mondo, siamo indietro».
Grazie al ct c’è un nuovo Balotelli: gol e belle partite, niente risse e polemiche.
«Chi sta nel gruppo della Nazionale deve essere responsabile. Le regole sono molto chiare, da sempre: qui non si scherza perché si rappresenta il Paese».
Si può chiedere un pronostico al capitano campione del mondo?
«È scontato. Mi auguro che non si arrivi ai rigori. Se in campo soffri, quando sei fuori soffri ancora di più. Mi è piaciuta molto l’intensità in semifinale: l’Italia può riproporla in finale e mettere sotto anche i campioni della Spagna».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro