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Fabio Cannavaro: «Comprendo il rammarico dei tifosi, un campione come Cavani non si sostituisce»

«Si usino i milioni della cessione di Edi per uno stadio e un centro sportivo all’altezza della città»

«Quando va via un giocatore come Cavani, dopo che era già andato via Lavezzi lo scorso anno, è chiaro che c’è grande rammarico dei tifosi, perché sono segnali che fanno capire che non si punta al futuro»: è un Fabio Cannavaro che non ti aspetti, quello che incontra cento bambini del campus estivo di Città della Scienza. L’ex pallone d’oro e campione del mondo, ma anche il fratello del capitano degli azzurri Paolo, polemizza indirettamente con il Napoli Calcio, anche se riconosce la bontà dell’operazione che ha portato Rafa Benitez sulla panchina azzurra.
Non c’è mai stato grande feeling tra Fabio Cannavaro e la società di De Laurentiis. Già nel 2009, quando si concluse il contratto tra il giocatore e il Real Madrid, l’ex pallone d’oro sperò in una chiamata del Napoli, capitanato da suo fratello Paolo. Chiamata che non arrivò neppure nel campionato successivo, dopo un anno di nuova esperienza in bianconero. Nei mesi scorsi, poi, l’ex pallone d’oro aveva annunciato di voler organizzare il suo addio al pallone con una partita al San Paolo con incasso da destinare alla ricostruzione di Città della Scienza. Una iniziativa presa senza consultare minimamente il Napoli Calcio. E Aurelio De Laurentiis non gradì. Tanto che alla fine la partita non si è tenuta, anche per l’inizio dei lavori allo stadio per ottenere l’agibilità per la serie A e la Champions. Cose del passato, giura Cannavaro: «Volevo creare un evento per Città della Scienza. Peccato, si è persa un’occasione per fare un grande evento per Napoli, ma è una cosa passata, non mi interessa più tornare sull’argomento». Per Città della Scienza, Fabio ha ieri incontrato circa 100 bambini dai 5 agli 11 anni che partecipano a un camp estivo nella struttura di Bagnoli organizzato con la collaborazione della Fondazione Cannavaro-Ferrara.
Fresco di patentino di allenatore ottenuto con superando il supercorso di Coverciano, pronto a cominciare la carriera di allenatore come vice dell’Al Ahli a Dubai, l’ex campione del mondo si schiera con i tifosi nel valutare le ultime scelte del Napoli: «Il tifoso giustamente vuole vincere il campionato o conquistare le Coppe e spera sempre di avere il massimo. Sostituire Cavani è difficilissimo, puoi avere tutti i soldi che vuoi ma oggi non si trovano questi giocatori. Credo che Dzeko sarebbe la scelta giusta, ma non è facile prenderlo». E visto che il Napoli ha ottenuto tanti milioni con la vendita di Cavani, Cannavaro si lancia in una proposta originale: «Invece di investire su un calciatore – continua l’ex pallone d’oro – mi piacerebbe che il Napoli investisse anche in strutture, perché la città merita uno stadio e un centro sportivo all’altezza. Il Napoli è cresciuto e credo che la città meriti strutture sportive diverse. Spero che i soldi che arrivano con la vendita del Matador servano soprattutto a questo».
Le stoccate al Napoli Calcio non sono finite. Così nella valutazione della campagna di rafforzamento delle varie società di A, Cannavaro vede ancora la Juventus in pole position per lo scudetto: «La Juve è una società che guarda molto al futuro, che si muove sei mesi prima rispetto agli altri. Aver vinto gli ultimi due scudetti non li ha fatti fermare, ma anzi hanno migliorato il parco giocatori, prendendo Tevez, Llorente e Ogbonna. Si sono rinforzati tanto e restano sicuramente la squadra da battere in Italia». L’unica nota positiva per gli azzurri è la scelta dell’allenatore: «Benitez – conclude Cannavaro – mi piace molto, al di là dell’aspetto tecnico-tattico su cui è molto preparato, ha dato al Napoli quel senso di internazionalità che serviva al club azzurro».
L’ultimo pensiero è per la Coppa del Mondo conquistata con l’Italia: «Sette anni fa abbiamo coronato un sogno, peccato che in Italia le cose si dimentichino in fretta, mentre magari in Spagna o Francia certe vittorie si valorizzano più a lungo. Di quella mattina del 2006 mi ricordo che mi svegliai con la consapevolezza che avevamo fatto qualcosa di straordinario. Purtroppo, come tutte le cose, anche le vittorie passano e magari in tanti l’hanno dimenticata».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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