A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Fabio Baldas, ex arbitro italiano: “La vecchiaia incombe ma l’erba ha sempre il suo fascino. Per fortuna che ogni tanto mi chiamano per arbitrare le partite di beneficenza. L’innovazione dei sei arbitri? Sicuramente più occhi dovrebbero vedere meglio. I due arbitri di porta dovrebbero essere da deterrente per i falli nelle aree di rigore, controllare se la palla entra o meno e dovrebbero essere d’aiuto all’arbitro di mezzo ma quando c’è un arbitro di linea più titolato si finisce con l’intromettersi anche più del dovuto creando caos e la partita di Pechino ce lo insegna. Non capisco perché gli internazionali debbano fare gli arbitri di linea per poi creare scompiglio. Chi dovrebbe arbitrare Juve-Napoli? Credo che la cerchia sia piuttosto ristretta. Tagliavento e Rizzoli sono i più quotati ma io vedrei bene Orsato. In questo momento l’arbitro più in forma è Orsato che è un ragazzo molto posato, pacato, deciso ma sereno nei giudizi. Credo che la scelta ricadrà su di lui anche se le sorprese nel mondo del calcio sono sempre tante. Altri internazionali non li vedo anche perché Tagliavento e Rizzoli erano presenti nella gara di Pechino. Ne ho combinate di cotte e di crude nella mia carriera. Quel 6 gennaio del ’91? Me la ricordo benissimo perché era appena entrata in vigore la regola del fallo sull’ultimo uomo e se in quella circostanza avessi avuto gli arbitri di linea, forse mi avrebbero aiutato. Quando sono andato a casa e ho visto quel gol di Casiraghi ormai non potevo fare più nulla. Se esiste la sudditanza psicologica? Dipende sempre dall’uomo. Se un arbitro è un uomo nel vero e proprio senso della parola, non fa differenza se dirige una partita in cui giochi una grande o una piccola squadra anche perché in quel 6 gennaio del ‘91 il Napoli era molto più quotato della Juventus eppure ho sbagliato ma non a favore del Napoli. Nella mia carriera ho visto un calcio che non era niente male e ricordo benissimo il Napoli di quei tempi. Se avessi avuto sudditanza psicologica, l’avrei dovuta avere nei confronti del Napoli e non della Juventus. Quella canzone “attenti a Baldas” cantata da Maradona? Diego me la cantò anche nel sottopassaggio, non solo nel pullman e nell’aereo di ritorno a Napoli. Mi arrivarono anche un paio di guanti sulla schiena in quel sottopassaggio e mi hanno detto essere stato Careca. Già nello spogliatoio mi ero reso conto di aver fatto un errore assegnando quel gol alla Juve ma ho proseguito sulla mia squadra e a malincuore ho scritto quello che dovevo scrivere”.
La Redazione
A.N.
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