La riapertura al secondo extracomunitario si poggia sui criteri in vigore sino alla stagione 2009-10. La condizione principale è che ogni ingresso sia legato ad un’uscita. Ciò nel rispetto della legge sui flussi migratori che prevede delle quote fisse stagionali per ogni sport. I trasferimenti nel mercato interno non entrano così in questa casistica. Invece un’uscita è considerata tale solo se comporta il passaggio a un federazione straniera (anche se in prestito). Allo stesso modo un extracomunitario a fine contratto con una società italiana libera un posto per un nuovo extra Ue. C’è poi il caso dei giocatori che acquisiscono un passaporto comunitario durante il loro contratto con un nostro club: anche in questo caso la sua società acquisisce il bonus per una nuova acquisizione fuori dall’Unione Europea. La novità saliente riguarda invece le limitazioni sulle cessioni dei giovani. Questo tetto s’ispira alle recenti norme della Fifa che hanno iniziato a regolamentare il mercato del cosiddetto primo contratto: fenomeno questo che ha sviluppato in particolare il mercato con i Paesi africani. É accaduto spesso, infatti, che i club europei con questo stratagemma abbiano ingaggiato dei ragazzi in apparenza senza primogenitura tecnica nelle loro nazioni. E in questa maniera venivano eluse le norme sugli extracomunitari. Soprattutto se minorenni. E la Figc s’è adeguata volentieri a questa politica d’attenzione verso i diritti dei giocatori meno tutelati.
La Redazione
C.T.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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