L’imbarazzante prestazione della Expert Azzurro Napoli di domenica al Palabarbuto contro Verona sembrava portare verso il cambio di guida tecnica. Squadra con poca anima e idee molto confuse. Ma le parole sussurrate post gara dalla dirigenza avevano anticipato ciò che ieri è stato ribadito da un comunicato stampa ufficiale. «L’Azzurro Napoli Basket conferma la piena fiducia nell’operato e nel lavoro del coach Demis Cavina e del suo staff tecnico. La società, confidando in una pronta reazione della squadra, di comune accordo col tecnico, è inoltre disponibile ad intervenire sul mercato qualora se ne verificassero le condizioni, per superare insieme questo difficile momento».
Ovvero si va avanti con Demis Cavina. Il tecnico emiliano resta in sella, dunque, nonostante la debacle casalinga, la quarta sconfitta consecutiva, e la risposta nulla al suo richiamo all’aggressività da parte della squadra. Lui alla vigilia parlava di «giocare con gli occhi della tigre», ma di felini in giro non se ne sono visti sul parquet dell’impianto di Fuorigrotta.
Una scelta che in un certo senso pone i giocatori con le spalle al muro. Il problema è che si può cambiare relativamente la squadra anche se la società sta pensando a qualche innesto. Gli americani non possono essere sostituiti in Legadue perché ci sono solo due visti, a meno che non si prenda un giocatore tagliato da squadre di A1 o Legadue e ciò vale anche per il comunitario. Quanto resisterà ancora Cavina in panchina? Difficile da dire, dipenderà dalla prestazione della squadra domenica prossima a Brescia e soprattutto da un atteggiamento diverso in campo.
L’analisi del match di domenica è impietosa: efficace e intensa solo nella prima parte, la Expert si è liquefatta nel corso del match, concedendo un numero esagerato di tiri comodissimi e senza difesa ai frombolieri veronesi, (vedi Callahan che ha chiuso con 6/6 da tre) cui non è parsa vera tanta generosità. Black e Weaver sono apparsi impalpabili, così come Brkic, le cui cifre discrete non corrispondono all’impatto totalmente nullo avuto nella gara. Si è salvato Montano, per il resto buio pesto.
Intanto i dirigenti azzurri sono vigili anche sul mercato dei coach. Un nome ideale poteva essere quello di Mazzon, dopo l’esonero recente da Venezia. Conosce la piazza ed è di provate capacità. Ma il regolamento impedisce al tecnico veneto di allenare in Italia quest’anno, sia pure in una categoria diversa. Altri nomi Cesare Pancotto e Dragan Sakota, tecnico serbo naturalizzato greco, che ha allenato in tutta Europa (anche alla Fortitudo) e che era nel mirino della Pompea e di Andrea Fadini ai tempi della sostituzione di Mazzon. Ma riguardo il tecnico, il presidente Balbi ribadisce il concetto: «Tenere Cavina ci pare la soluzione più naturale, abbiamo parlato a lungo di tutta la situazione e il risultato è che il coach resta in panchina. Non basta una contestazione esterna per prendere questo tipo di decisioni, piuttosto interverremo sul mercato dei giocatori per sistemare una squadra che evidentemente non ci soddisfa affatto, dunque c’è anche autocritica per la costruzione della rosa».
Fonte: Il Mattino
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