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Exor compra Gedi, poi l’Opa Repubblica passa agli Agnelli

Così il Corriere della Sera

Exor rileva da Cir il controllo di Gedi, editore dei quotidiani «la Repubblica», «La Stampa» e «Il Secolo XIX». Lo hanno comunicato nella serata del 2 dicembre con una nota congiunta le holding del gruppo Agnelli e quella che fa capo ai fratelli Edoardo, Marco e Rodolfo De Benedetti. In Piazza Affari il titolo Gedi è stato sospeso ieri mattina in attesa di comunicazioni mentre Cir ha guadagnato il 12,21% a 1,176 euro (mentre in pre-apertura questa mattina il titolo segna un +60,92% a 0,457 euro). Secondo l’accordo vincolante Exor, già socio di Gedi con il 6%, acquista l’intera partecipazione detenuta da Cir, pari al 43,78%, a 0,46 euro per azione, per un controvalore di 102,4 milioni. Il prezzo include un premio significativo rispetto alla chiusura di venerdì scorso a 0,28 euro, valore che era però solo di poco superiore ai minimi storici toccati dal titolo in ottobre a 0,24 euro. Cir ha la partecipazione in bilancio a 273 milioni.

Entro il primo quadrimestre 2020, chiusa questa prima operazione, nella quale il gruppo Agnelli farà impiego solo di mezzi propri e subordinata esclusivamente alle autorizzazioni delle autorità competenti, Exor procederà al lancio di un’Opa allo stesso prezzo sulle azioni ancora non detenute attraverso una spa di nuova costituzione e dall’esito dipenderà il possibile delisting. Nella nota si legge che «Cir intende reinvestire nella newco una quota pari al 5% di Gedi in trasparenza, per accompagnare l’evoluzione della società editoriale nei prossimi anni». Exor e Cir sottoscriveranno accordi relativi al reinvestimento e alla loro partecipazione nella nuova società, prevedendo tra l’altro il diritto di Cir di essere rappresentata nel consiglio di Gedi e le «usuali pattuizioni concernenti vincoli agli atti di disposizione delle azioni».
Rodolfo De Benedetti, presidente di Cir, ha dichiarato che, «dopo quasi 30 anni durante i quali siamo stati azionisti di controllo della società, passiamo il timone a un azionista di primissimo livello, che da più di due anni partecipa alla vita di Gedi, conosce l’editoria e le sue sfide, e in essa ha già investito in anni recenti e che, anche grazie alla sua proiezione internazionale, saprà sostenere il gruppo nel processo di trasformazione digitale». John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor, primo socio anche del settimanale economico britannico «The Economist» con il 43,4%, ha sottolineato che con questa operazione il gruppo da lui guidato «si impegna in un progetto imprenditoriale rigoroso per accompagnare Gedi ad affrontare le sfide del futuro. Exor assicurerà la stabilità necessaria per accelerare le trasformazioni sul piano tecnologico e organizzativo». Riflessioni e contatti diretti su una possibile cessione a Exor di Gedi, nata nel 2016 con l’ok alla fusione tra Espresso e Itedi, erano in corso da tempo, a fianco di altre ipotesi di vendita della quota detenuta da Cir non andate a buon fine. Ad accelerare il dialogo fra i De Benedetti e John Elkann, è stata probabilmente l’iniziativa di Carlo De Benedetti, che a metà ottobre ha comunicato un’offerta a Cir per il 29,9% di Gedi a 0,25 euro per azione.
fonte: corriere.it
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