Entra in sala stampa intonando “Buon giorno tristezza”, ed effettivamente non poteva trovare refrain migliore se non quello antico di Tajioli. Gigi Simoni saluta Gubbio, forse saluta il calcio: “Me lo riprometto spesso, poi dopo qualche mese in poltrona ci ricasco”. Ma a 73 anni, la conferenza stampa nella saletta che in questi giorni sta ospitando gli allenatori delle Primavera di A in lizza per le poule scudetto, ha tanto il sapore del bilancio d’una vita.
GRAZIE INTER — Il Gubbio, i tre tornei vissuti con gli eugubini (da d.t. con le promozioni dalla C2 alla B), la retrocessione, il ritorno in panchina nell’ottobre scorso, sono una goccia del suo oceano d’esperienza calcistica. “Un errore l’ho fatto, tornare in panchina a 72 anni, e farmi prendere poi dalla smania dopo le due vittorie e un pari iniziali, quella col Torino, il punto a Livorno e Cittadella. Mi divertivo anche io, e ho fatto sforzi che non dovevo fare, dovevo dimettermi prima…. Alla mia età alleni al 50%, e la famiglia ti vuole presente. Ma qui mi hanno trattato da principino”. Già, ma lo stesso non può dirsi per il grande calcio: vedi Gigi Simoni e pensi subito a quel maledetto Juventus-Inter della primavera ’98. Ronaldo e Juliano all’impatto, in area bianconera, e Ceccarini che sorvola concedendo un attimo dopo il penalty nell’area opposta. “Sì, Ceccarini mi ha cambiato la vita, perché con quel rigore, avrei potuto vincere lo scudetto e la coppa Uefa nella stessa annata. Effettivamente sono stato defraudato dalla possibilità di fare l’accoppiata, e probabilmente oggi sarei ancora in un grande club”. A Moratti regala un grazie enorme: “Non posso che essere riconoscente al presidente, del resto se è vero che fui esonerato è ancor più vero che mi avevano scelto per allenare quei campioni”. Rivedrà Massimo Moratti domani sera, il presidente sarà a Gubbio per la finale scudetto Primavera dei suoi ragazzi contro la Lazio: “Lo saluterò con immenso piacere” anticipa Gigi.
BILANCIO — La saggezza del grande vecchio viene fuori ad ogni sua parola. “A volte sono stato defraudato, ma altre volte da episodi ed eventi sono stato anche aiutato. Lasciai a 15 anni la mia Crevalcore, ho vinto 14 tornei da calciatore, tecnico e d.t.. A 73 anni sono ancora qui a raccontarlo, e non posso che esserne felice”.
IL GRANDE INGENUO — La cronaca nera è entrata nel calcio, s’è presa spazio e lascia ferite profonde. Dolorose. “Calcio scommesse? Devo ammettere l’ignoranza in materia, sarò un ingenuo ma non mi sono mai accorto di nulla in 57 anni di calcio. Mai niente nelle mie squadre. Forse ho vissuto in un altro mondo. Il male del calcio è un male nostro: vedi i tg e ti accorgi che anche nella politica, nella finanza, nell’economi accadono cose assurde. Ha ragione Venditti, mi sembra un mondo di ladri. Allucinante”. Tende la mano a Buffon, perché sarà pure ingenuo ma in 57 anni di calcio non ha dormito certo in piedi. “Buffon ha detto una realtà, lo scalpore che ne è nato dipende dal contesto. Ma era la vecchia battuta di un allenatore toscano, – meglio due feriti che un morto -. Se due persone interessa la stessa cosa, anche senza parlare non si faranno del male. Gigi ha solo sbagliato a dirlo”. Ma oggi, ha il cuore stretto in una morsa: “Ho visto il Presidente Napolitano nella mia Crevalcore, lì vivono le mie due figlie e hanno la casa inagibile”. Papà di un bambino di 12 anni, nonno a tutto tondo, saluta Gubbio con mestizia. Buongiorno tristezza, buon tutto a te, Gigi Simoni.
Fonte: Gazzetta.it
La Redazione
M.V.
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