Esordire tra i Pro in Serie B con la maglia della Nocerina, e giocare per svariate stagioni in Lega Pro. Ma poi, forse, qualcosa non va per il verso giusto, e la vita ti impone di ricominciare dalla Serie D. Perchè solo con l’umiltà e la voglia di fare ti rimetti in carreggiata. E’ questa su per giù, la storia del terzino mancino del Mantova, Daniele Donnarumma (in foto). Il classe ‘92 è tornato tra i Pro a gennaio, dopo due esperienze in Serie D con la Cavese lo scorso anno, e con il Lecco ad inizio di questa stagione. Ecco le sue parole in esclusiva ai microfoni di TuttoLegaPro.com.
Nell’ultimo match di campionato una sconfitta che brucia contro il Padova arrivata proprio all’ultimo secondo…
“Lascia sempre l’amaro in bocca subire un gol a un minuto dalla fine. Secondo me ce la siamo giocata alla pari contro una squadra importante come il Padova”.
Sei arrivato a Mantova a gennaio. Come ti stai trovando?
“Mi sto trovando benissimo a Mantova. Sin dal primo momento il resto della squadra mi ha fatto sentire a mio agio. Il mister ci dà tanta tranquillità e credo sia importante”.
Riavvolgiamo per un momento il nastro dei ricordi. Per te Serie B e Lega Pro, poi lo scorso anno hai ricominciato dalla Serie D. Quanto è stata dura? Che differenze ci sono tra i Pro e la Serie D?
“Il primo impatto è stato duro. Ricominciare dalla Serie D è stata una bella mazzata. Però ripartire da quella categoria mi ha aiutato a crescere sia da un punto di vista mentale che caratteriale. E’ stato importante per me il mio agente Gianfranco Cicchetti. Lo conosco da un anno, ma è stato prezioso anche sotto l’aspetto psicologico. Differenze tra Lega Pro e Serie D? Credo ci sia una differenza sostanziale nel preparare le partite. Anche il livello qualitativo è sceso tanto, quest’anno il girone B di Serie D è livellato molto verso il basso”.
Tornando alla Lega Pro. Nel girone B tante squadre importanti, secondo te qual è quella più attrezzata?
“Sono arrivato a gennaio e non ho visto dal vivo tutte le squadre. Forse a livello di nomi, la squadra più forte è il Parma ma come sempre il giudice finale è il campo”.
Ultima domanda. Daniele Donnarumma da giovane aveva un idolo?
“Ho sempre amato due grandi terzini come Paolo Maldini e Roberto Carlos. Il primo per il suo modo di difendere, il secondo per la sua spinta offensiva”.
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