Rafael Benitez questa ce la deve proprio spiegare. Il Napoli cade ancora in campionato, ma più che un tonfo quello di Udinese sembra una caduta accompagnata proprio dall’allenatore spagnolo, che di certo non sta facendo molto per non inimicarsi una piazza che per accendersi, in positivo ma anche in negativo, ci mette davvero pochissimo. Il ko di Bilbao era stato il primo campanello di allarme, quello del San Paolo contro il Chievo il secondo. Ora le campane diventano tre, in sole sei partite ufficiali, e il rumore comincia a farsi assordante.
TURNOVER PAZZO – L’Europa League aveva dato un segnale incoraggiante: dopo un inizio balbettante, la squadra di Benitez era riuscita a rimettere in piedi la partita, grazie soprattutto ai campioni che può vantare in attacco. Higuain, autore del rigore e di un assist; Mertens, con una splendida doppietta; Callejon aveva avuto diverse chance per fare male, tra le quali una traversa; lo stesso Hamsik aveva preso un legno e comunque non aveva sfigurato. Bene, il Napoli a Udine ripartirà, da loro? No, Benitez decide di cambiare mezza squadra, a partire proprio dal trio di trequartisti che agiscono alle spalle del solito Higuain, di fatto insostituibile: Zuniga a destra (da tempo ormai fa l’esterno basso di difesa), Michu al centro (è un attaccante e nemmeno troppo mobile), Insigne a sinistra (conosciamo tutti il suo momento complicato a Napoli). In più, senza Jorginho infortunato, Rafa si presenta al Friuli con un centrocampo molto, troppo muscolare, con la coppia Gargano-Lopez. E’ vero Inler avea la febbre, ma quando il mister ammette “Abbiamo creato poco”, qualche “mea culpa” dovrà pur farselo. Mettere Hamsik, no? E soprattutto: il turnover tanto sponsorizzato, forse non era meglio farlo in Europa?
MANCANZA DI PERSONALITA’ – Al Napoli in questo momento mancano tante cose, una su tutte la personalità: questa mancanza si era già palesata nel malaugurato doppio playoff di Champions League con l’Athletic Bilbao. Contro una squadra solida e ben organizzata, ma non certo una super-potenza europea, sarebbe bastata almeno una prestazione su due di livello per mettere in chiaro le cose, alzando la voce e facendola alzare ai propri tifosi. Niente di tutto ciò, e addio Europa che conta. Higuain a parte (il ragazzo è arrabbiato e anche negli spogliatoi del Friuli si è fatto sentire, dicono anche con l’arbitro Tagliavento ndr), non troviamo altri giocatori che si vogliano e si possano prendere qualche responsabilità in più. Hamsik ci prova da un po’, ma da un anno e mezzo non è più lui. A centrocampo Jorginho non è esploso e gli altri sono poco più di sparring partner. In difesa, Albiol ha esperienza, ma non l’affidabilità in persona, per non parlare del resto del reparto (non è arrivato un altro difensore di livello internazionale), parso spesso troppo traballante. Nel momento del bisogno i giocatori di spessore servono anche per riportare calma e fiducia nel gruppo: che qualcuno si faccia avanti.
COME SE NE ESCE? – “Dobbiamo capire che per vincere si deve dare il cento per cento in ogni partita. Il gruppo c’è e lavora per questo”. Rafa prova a ricompattare la squadra, ma ora anche la sua posizione non è poi così solida. Oggi “Il Mattino” parla di incontro imminente con Aurelio De Laurentiis a Castelvolturno: non si parlerà ancora di esonero (il contratto dello spagnolo scade a giugno), è troppo presto, ma un punto della situazione è necessario. Chissà se in questo confronto la parola “crisi” sarà pronunciata da qualcuno?
Fonte: it.eurosport.yahoo.com
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