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Europa League, il Napoli salvi l’onore dell’Italia

Coppa Uefa, Uefa Cup e Europa League, eli­minazione diretta, gironi a 5 con tre squa­dre qualificate e gironi a 4 con due qualifica­te, in qualunque formula vogliamo metterla questa Coppa per le italiane è solo un impic­cio. Abbiamo preso in esame le ultime 10 edi­zioni e il quadro emerso è desolante. Contia­mo appena quattro semifinaliste, l’Inter nel 2002, la Lazio l’anno dopo, il Parma nel 2005 e la Fiorentina di Prandelli nel 2008, ma il dettaglio è ancora più avvilente. Prendiamo il miglior risultato. Coppa Uefa 2001-02: Inter fuori in semifinale col Feyenoord. 2002- 03: Lazio fuori col Porto in semifinale. 2003-04: Inter ai quarti con l’Olympique Marsiglia. 2004-05, la prima edizione con i gironi a 5 che qualificano tre formazioni: Parma fuori in se­mifinale col Cska Mosca, la Lazio eliminata subito. 2005- 06: tutte fuori agli ottavi, com­presa l’Udinese che retrocede dalla Cham­pions League, la Samp addirittura ai gironi. 2006-07: non arriva nessuna agli ottavi, il Pa­lermo non si qualifica nemmeno nel girone. 2007-08: Fiorentina in semifinale (perde ai ri­gori con i Rangers Glasgow), ma Empoli, Pa­lermo e Samp vengono eliminate addirittura ai preliminari. 2008-09: l’Udinese è quella che fa più strada, esce agli ottavi, il Milan ancora prima. 2009-10, nasce l’Europa League con i gironi a 4 come la Champions con due quali­ficate: Genoa e Lazio subito fuori, solo la Ju­ve, che arriva dalla Champions, raggiunge gli ottavi. 2010-11: sono già fuori, con un turno di anticipo, Samp, Juve e Palermo.

LA CONTRADDIZIONE – Nello stesso decennio, ci sono 5 finaliste spagnole, 2 tedesche, 2 russe, 2 inglesi e 2 portoghesi. Che il livello tecnico del calcio italiano sia sceso sensibilmente ap­pare evidente non solo da questi dati. Tutta­via ci sembra ancora impossibile che sia ca­duto così in basso. A questa Coppa considera­ta di classe infima (a torto sul piano sportivo, a ragione su quello economico) se confronta­ta con la Champions, le italiane si avvicinano con fare schizzinoso. Eppure quanti ne sentia­mo di allenatori, di dirigenti e di giocatori che, durante la stagione, indicano come obiet­tivo” l’Europa”.E’ una presa di giro. L’Euro­pa, per le italiane, conta solo se si chiama Champions League, se si sente il frusciare delle banconote. Ma allora, se deve essere un impiccio e non un traguardo, meglio cambia­re strategia, meglio puntare, una volta sfuma­to il traguardo-Champions, al lancio dei gio­vani. Sarebbe più salutare per il calcio italia­no. E naturalmente, forza Napoli in questa Europa anche se è di serie B…

La Redazione

C.T.

Fonte: Corriere dello Sport

 

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