Effetto Barcellona. Il “la” all’effetto domino lo darà il Barcellona. Con il Tata Martino siamo ai saluti. C’è il Venezuela che vorrebbe il tecnico argentino come ct, ma c’è soprattutto il Barcellona disposto (o obbligato? fate voi) a confrontarsi con la crisi senza veli, cambiando un tecnico dopo averlo scelto e soprattutto dopo due gestioni che avevano coperto un decennio tra Frank Rijkaard e Pep Guardiola. Jurgen Klopp è il primo nome della lista per il club blaugrana, e poi impazzano le candidature più disparate: quella di Luis Enrique ogni tanto ritorna, poi c’è Scolari, Frank De Boer, che piace tanto anche all’Inter. E attenzione perché la questione Guardiola non è affatto secondaria alla vicenda Barça. Oggettivamente complicato pensare a un ritorno oggi, ma quando parla Cruyff un peso sulle vicende blaugrana lo ha sempre: «Pep deve tornare alla guida del Barcellona» ha detto al Mundo.
Gli altri totem. Che farà Wenger? Bella domanda, stavolta più che mai pertinente. Il rinnovo slitta con cadenza trimestrale: doveva essere a gennaio, doveva essere ad aprile. Ora Arsene ha detto «vediamoci a fine stagione» . Nessuno riesce mai a ipotizzare veramente il suo addio dall’Arsenal , e non solo perché le prime cinque lettere del club coincidono con quelle del suo nome di battesimo. Sono semmai i 18 anni di storia alla guida dei Gunners a “pesare”. Ma chissà, anche Ferguson ha ammainato bandiera, il francese potrebbe cambiarla. Bielsa sta aspettando di firmare con il Marsiglia, Ranieri… altro punto di interrogativo, sempre in bilico a leggere in giro. Poi nessuno lo sposta perché il suo equilibrio e i risultati che porta ti fanno venire il dubbio di poter andar meglio ma anche peggio. Van Gaal è promesso al Tottenham, ma attenzione a colpi di coda dello United se Moyes non dovesse più reggere l’urto. E Mancini? Ha un contratto ma ha anche una clausola con il Galatasaray (a proposito, ieri ha vinto la Coppa di Turchia). Nel domino Roberto potrebbe rientrare eccome. E il pensiero di cogliere un’occasione non è che non lo stuzzichi.
La nouvelle vague e l’Italia. Tra i volti nuovi due su tutti: Christophe Galtier, 48 anni, rivelazione con il suo Saint Etienne. Potrebbe essere il nuovo Rudi Garcia, scelto da Sabatini per la Roma un anno fa, calato dalla Francia sui grandi club d’Europa. E poi c’è Murat Yakin, lo stratega del Basilea, quelo che aveva già stregato la Lazio ed è in rampa di lancio per una avventura in qualche big. Nella nouvelle vague facciamo entrare di straforo, perché per la verità come allenatore vince da qualche anno, Diego Simeone detto il Cholo. La verità è che pur vincendo due campionati in Argentina con Estudiantes e River Plate, più una Europa League, una Supercoppa Europea e una Coppa di Spagna con l’Atletico Madrid, è adesso che tutti lo accreditano come pronto per un grandissimo club. Il suo nome è tra i papabili per il Psg dove Blanc è saldo solo sulla carta e dove circolano anche le candidature Zidane e Del Bosque. A casa nostra potrebbe accadere tanto o poco. Certo, Mazzarri e Seedorf non sono poco. C’è Spalletti… “a piede libero”, Guidolin vicino all’addio dopo essere stato il promesso Ferguson di Udine. Sì, c’è fermento anche in serie A.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro