Tre pareggi di fila e si parla nuovamente di crisi a Stamford Bridge. Ma se gli ultimi due 1-1 erano arrivati in trasferta con un André Villas Boas che sprizzava sicurezza da tutti i pori («Meritavamo di vincere sia con il Wigan che con il Tottenham») quello di ieri con il Fulham è piaciuto molto meno. Non è solo il fatto di avere lasciato sul campo due punti nel derby contro una squadra assai rimaneggiata (in campo il 18enne svizzero Kerim Frei, alla prima apparizione da titolare e il 23enne portoghese Orlando Sa, alla seconda). Ciò che delude è la mancanza di gioco: proprio quel gioco che avrebbe dovuto essere il marchio di fabbrica del giovane tecnico portoghese.
Deludente Torres (che non giocava titolare in Premier League da ottobre), deludente, una volta entrato in campo, anche quel Drogba che, nelle ultime uscite, si era conquistato il posto a spese dello spagnolo. Poca creatività in squadra, salvo le magie di Juan Mata. Ma lo spagnolo non può fare tutto da solo e, tatticamente, è costretto ad accentrarsi per vedere palloni giocabili, finendo con intasare una zona dove già campeggia Lampard, «retrocesso» – in teoria – alla panchina ma, visto l’infortunio di Ramires, tornato titolare. Meireles corre tanto ma è caotico, dalla fasce poca spinta, sia a destra (comprensibile, viste le magagne di Bosingwa) sia a sinistra (periodo opaco per Cole).
ROMEU, COME UN VETERANO- Mata a parte, pochi gli aspetti positivi. Bravo Romeu, a soli vent’anni l’ex Barcellona non è affatto intimidito dal nerbo della Premier. Solidi, contro il Fulham, i due centrali, Terry e David Luiz. E Sturridge, pur egoista e solista, quando parte palla al piede, fa paura. Ma è troppo poco per tenere il passo dei due squadroni di Manchester e anche dei cugini del Tottenham (che hanno due punti in più e hanno giocato due partite in meno. Lasciano perplessi soprattutto la mancanza di accorgimenti tattici che, in teoria, dovrebbero essere il punto di forza di Villas Boas. Contro il Fulham, la manovra del Chelsea è stata stritolata da un centrocampo folto, composto più da palleggiatori che incontristi.
LA DIFESA DI VILLAS BOAS- Il portoghese sostiene che il miglior Chelsea deve ancora venire, che sta costruendo la squadra giorno per giorno. Sarà, ma di questo passo l’anno prossimo la Champions i tifosi dei Blues rischiano di guardarla in tv. Niente mega-spese a gennaio, nonostante i tabloid parlino di un tesoretto da 150 milioni di euro. «Non è vero – ribatte Villas Boas – Compreremo un difensore centrale, questo si’, perche’ dopo la rinuncia ad Alex siamo sotto organico. Ma non abbiamo un budget del genere. E l’obiettivo resta di migliorare con i giocatori già a disposizione». Dai piani alti dicono che Villas Boas gode della piena fiducia di Abramovich. Lo stesso tecnico lo ha sottolineato a suo tempo, dicendo: «Ha pagato 15 milioni di euro di penale per avermi, non credo che mi caccerà dopo pochi mesi». Tutto vero. Però è anche vero che, dopo quasi 6 mesi al timone era lecito aspettarsi qualcosina in più. E a febbraio c’è la sfida di Champions contro il Napoli dei tre tenori…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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