Quattro gol per restare al vertice e scacciare il fantasma di Carlos Tevez. Perché da Monaco di Baviera l’argentino rappresenta ormai solo il passato, un corpo estraneo che dovrà in qualche maniera essere eliminato. Già a gennaio, alla riapertura del mercato. Impossibile pensare ad una riconciliazione. Mancano i presupposti ( ovvero la volontà delle due parti), ma soprattutto l’esigenza. Perché Tevez non è più un giocatore indispensabile per il City: lo era lo scorso anno (capocannoniere della squadra), adesso non lo è più. Sono altri a trascinare il City in alto. Come Mario Balotelli, protagonista assoluto della vittoria di Backburn, che finalmente sembra aver trovato una sua dimensione in questa stagione. Tre gol nelle ultime quattro partite, ma soprattutto una prestazione da leader. Anche così passa in secondo piano l’infortunio del capocannoniere Sergio Aguero, costretto ad uscire prima della mezz’ora per un infortunio muscolare. Edin Dzeko è in panchina, punito per le proteste al momento della sostituzione contro il Bayern Monaco. Esce l’argentino, entra Samir Nasri e la ripresa dei citizens è arrembante.
Sblocca il risultato Adam Johnson dopo la traversa di Balotelli, che firma con una grande deviazione sotto porta il raddoppio. Quindi, con i Rovers allo sbando e i tifosi contro il manager Steve Kean, c’è gloria anche per il piccolo principe francese e allo scadere persino per Stefan Savic. Quattro gol in 45′ che testimoniano una forza in potenza sempre pronta ad esplodere se solo gli interpreti sapranno tenere a freno i nervi. Ma a fine gara Mancini dribbla telecamere e taccuini per schivare le domande su Tevez. Prima il City riuscirà a risolvere il caso ( è stata avviata un’indagine interna per appurare quanto accaduto alla Allianz Arena, una procedura più formale che sostanziale) e meglio sarà per tutti. Perché nonostante l’ottimo avvio di stagione, il City non vive mai in tranquillità. Alla vittoria dei Citizens replica subito lo United, che però riesce a risolvere la pratica Norwich solo nella ripresa. Con Rooney in campo dopo l’infortunio i Red Devils faticano più del lecito contro il modesto Norwich che si difende con ordine per più di un’ora. Sblocca il risultato a metà ripresa l’incornata di Anderson prima del sigillo di Danny Welbeck. Tre punti tanto brutti quanto utili per tenere il ritmo dei cugini. Al termine di un derby ricco di emozioni ed errori arbitrali, è il Liverpool ad aggiudicarsi la sfida di Goodison Park. Partita equilibrata fino all’espulsione (ingiusta) di Rodwell al 23′. Prendono in mano la partita i Reds che falliscono prima dell’intervallo un calcio di rigore con Kuyt. Nella ripresa però la superiorità numerica porta le reti prima di Carroll quindi di Suarez e all’Everton non resta che recriminare per un arbitraggio davvero modesto.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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